Pure il Pd "sperona" la Gdf: "Per necessità si può violare la legge"

I parlamentari sulla Sea Watch "benedicono" la manovra pirata. Delrio: "In alcuni casi si possono non rispettare le leggi"

Pure il Pd "sperona" la Gdf: "Per necessità si può violare la legge"

Per "necessità" si può violare la legge? Per il Partito democratico sì. La tesi è di Graziano Delrio che è pronto a tutto pur di difendere la capitana della Sea Watch 3 che stanotte, con una manovra pirata, non ha esitato a "schiacciare" la motovedetta della Guardia di Finanza pur di attraccare nel porto di Lampedusa e far sbarcare i 40 migranti che aveva a bordo.

"L'autorità giudiziaria farà il suo corso e stabiliranno i giudici se la capitana ha davvero commesso un reato", dice Delrio a Rainews24, "Come sapete in caso di stato di necessità si possono anche violare le leggi. Il capitano è responsabile dell'incolumità di tutte le persone che sono a bordo, va rispettata la sua scelta, come il percorso che farà la giustizia".

Del resto anche l'ex ministro del governo Renzi era sul ponte della Sea Watch 3 quando Carola Rackete ha deciso di forzare - di nuovo - il blocco. Con lui c'erano anche altri parlamentari di sinistra (Matteo Orfini, Davide Faraone, Nicola Fratoianni e Riccardo Magi) che in qualche modo hanno "benedetto" quella mossa spericolata con cui la capitana ha messo in pericolo la vita dei finanzieri a guardia del porto.

Ad applaudire lei - e i parlamentari sulla nave - c'erano sul molo anche il parroco don Carmelo La Magra, l'ex sindaco dem Giusi Nicolini, il medico (ed europarlamentare Pd) Pietro Bartolo e il segretario locale del partito, Peppino Palmeri. "Ha vinto l'umanità", ha detto quest'ultimo, "Io la penso cosi, dobbiamo essere uniti in una fratellanza universale. Basta divisioni fra di noi. Non c'è cosa peggiore quando un essere umano si sente rifiutato. È una sofferenza terribile".

La sinistra fa ancora quadrato attorno alla 31enne tedesca, accusando il governo di aver strumentalizzato il suo arresto con le manette scattate "a favore di telecamera".

E punta il dito contro il governo: "A mettere a rischio la sicurezza di migranti, forze dell'ordine ed equipaggio è stata la scelta di Matteo Salvini di lasciare 16 giorni in mezzo al mare una barca che aveva bisogno di un porto sicuro", accusa Matteo Orfini, "Un ministro sequestratore che non va a processo solo perché si fa salvare dal Parlamento".

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