Guerra in Ucraina

Putin contro l'Occidente "Sono come i nazisti, vogliono solo sterminarci"

"I tedeschi bruciarono i libri, oggi vietano Dostoevskij". Il capo della Cia in missione segreta a Kiev.

Putin contro l'Occidente "Sono come i nazisti, vogliono solo sterminarci"

«L'Occidente è a un passo dallo sterminio di chi non piace». Ma «nessuno è stato o sarà in grado di distruggere la Russia o di cancellarla dalle mappe geopolitiche». Messaggi nemmeno tanto in codice recapitati da Vladimir Putin, zar di tutte le Russie e nei suoi piani anche di un bel pezzo di Ucraina. Ieri, nel rituale lunghissimo (quattro ore) discorso al club Valdai, con il quale tradizionalmente detta la linea della sua politica estera, Putin ha detto cose, né poche né banali. Prima di tutto ha attaccato gli Stati Uniti e l'Occidente tutto, non limitandosi ai soliti slogan ma delineando un vero pensiero geopolitico non privo di fanatiche suggestioni. Putin è partito attaccando «il cosiddetto Occidente» e accusandolo di fare «un gioco sporco, un gioco sanguinoso, senza considerare gli interessi degli altri Paesi», di voler «imporre dozzine di generi e parate gay», di ignorare «la diversità delle regioni del mondo», di aver fatto come i nazisti, che «hanno bruciato i libri e in Occidente ora hanno vietato Dostoevski e Ciaikovski». Poi se l'è presa in particolare con gli Stati Uniti che «non hanno da offrire al mondo che il loro dominio», anche se lo scenario geopolitico in quello che si presenta come «il decennio più imprevedibile» sta subendo «massicci movimenti tettonici» con «centri di potere» (chiaro a chi si riferisce lo Zar) che stanno perdendo la loro predominanza mentre altri si affermano in Asia e in altri continenti. Poi è passato a parlare di Ucraina, la cui invasione secondo il presidente russo è la conseguenza della cecità di Washington e della Nato: «L'espansione della Nato era inaccettabile per la Russia, l'Occidente lo sapeva ma lo ha ignorato». E poi: «L'Occidente negli ultimi anni ha aggravato la situazione, cercando di acutizzare le crisi, con la guerra in Ucraina e la militarizzazione attorno a Taiwan». Secondo la visione putiniana ciò ha reso l'aggressione ineluttabile, perché «solo la Russia, che ha creato l'Ucraina, potrebbe garantirne la sovranità».

L'Ucraina secondo Putin è una marionetta nelle mani dell'Occidente, che la fomenta, la sostiene, la arma. Prova ne sia il fatto che il direttore della Cia, Bill Burns, si è recato in Ucraina all'inizio di questo mese per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky e altri funzionari, ribadendo «l'impegno degli Stati Uniti a fornire supporto all'Ucraina nella sua lotta contro l'aggressione russa, inclusa la continua condivisione di informazioni». Putin si dice certo che Kiev con l'aiuto degli Stati Uniti e della Nato stia fabbricando «la bomba sporca» e anzi sostiene di sapere dove e ipotizza che gli ucraini carichino di materiale nucleare un missile Tochka-U, invitando l'agenzia internazionale per il nucleare, l'Aiea, a fare un'ispezione ai siti nucleari dell'Ucraina al più presto.

Il Putin angioletto sostiene anche di aver lavorato per la costruzione «della sicurezza collettiva» ma le sue proposte «sono state negate, buttate via». Il dialogo però secondo Putin è ancora possibile, lui si dice pronto a «risolvere qualsiasi questione attraverso un dialogo con gli Stati Uniti». Del resto, «non possiamo fare finta di niente, chi semina vento raccoglie tempesta». Stessa frase usata dal consigliere presidenziale di Kiev Mykhailo Podoliak: «Colui che ha invaso un Paese straniero, ha annesso la sua terra e ha commesso un genocidio, poi accusa gli altri di violazione del diritto internazionale e della sovranità di altri paesi? Chi semina vento raccoglie tempesta, e la tempesta sta arrivando».

L'idea che l'occasione per riallacciare il dialogo con Washington possa essere l'imminente G20 a Bali, in Indonesia, è suggestiva anche perché Putin ha ieri annunciato: «Potrei essere al G20». Joe Biden da Washington ha fatto sapere di non avere «alcuna intenzione di incontrarsi» con Putin a Bali.

La linea rossa è occupata.

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