Guerra in Ucraina

Putin in Daghestan con bagno di folla. Purga su Prigozhin. "Non si sa dove sia"

Mentre i suoi nemici, o presunti tali, restano invisibili o almeno irrintracciabili lui, Vladimir Vladimirovich, si concede alle folle del lontano Daghestan

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Mentre i suoi nemici, o presunti tali, restano invisibili o almeno irrintracciabili lui, Vladimir Vladimirovich, si concede alle folle del lontano Daghestan e si prende quattro giorni per discutere le prospettive turistiche della dimenticata regione del Caspio. Il tutto mentre a Mosca si moltiplicano le voci sulla fine della carriera di Yevgeny Prigozhin e sulla sorte di Sergei Surovikin, il «generale Armageddon», sospettato di eccessiva confidenza con il capo della Wagner. Ma a far discutere contribuiscono anche le voci di imminenti purghe pronte ad abbattersi su comandanti e generali sospettati di eccessive simpatie per il gruppo mercenario. Insomma una situazione di precaria incertezza in aperto contrasto con l'esibita tranquillità di un presidente Vladimir Putin protagonista, martedì sera, di una lunga passeggiata nelle strade della capitale daghestana di Makhachkala. Un bagno di folla - accompagnato da acclamazioni e strette di mano assai insolite per le abitudini del presidente - documentato con dovizia di immagini dalla presentatrice Olga Skabeyeva pronta a descrivere un'accoglienza ben più calorosa di quelle riservate a tante «rock star».

Ovviamente c'è da chiedersi perché in un momento tanto complesso sul fronte interno e su quello di un Donbass al centro dell'offensiva ucraina il capo del Cremlino vada a cercare il sostegno della folla in una remota provincia del Caucaso. La risposta sta, forse, nel tentativo di dimostrare che Putin resta l'elemento unificante e insostituibile di tutta la grande Russia. Ben più rimpiazzabili sembrano, invece, i suoi sottoposti. A cominciare da coloro che gli si ribellano o gli remano contro. Da questo punto di vista continua a far discutere la sparizione dalle scene del generale Surovikin, l'ex comandante dell'Operazione Speciale sospettato - stando all'intelligence Usa - di esser stato al corrente delle mosse di Prigozhin. In assenza del generale è scesa in campo ieri la figlia Veronika pronta a giustificare la scomparsa del padre con le sue abitudini riservate. «È tutto a posto onestamente, non gli è successo niente. È al suo posto di lavoro» ha spiegato Veronika Surovikin ricordando che il padre «non ha mai avuto l'abitudine di rilasciare dichiarazioni quotidiane». A rafforzare i sospetti contribuisce però l'evasività del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che, rispondendo ai giornalisti, nega di saperne qualcosa e consiglia di rivolgersi al ministero della Difesa. Un'ermeticità alquanto sospetta. Anche perché intanto il Financial Times, da per certa, in base alle notizie raccolte da tre fonti diverse, l'ipotesi di un Surovikin messo sotto interrogatorio per accertare non solo il suo eventuale ruolo nella rivolta, ma anche quello di altri generali. Notizia confermata anche da Bloomberg, che vede Armageddon «sotto interrogatorio» da diversi giorni e trattenuto in un posto imprecisato. Insomma dietro la scomparsa del generale vi sarebbe «un giro di vite sui simpatizzanti della Wagner» deciso dal Cremlino. Una tesi alimentata anche dal tweet dell'ex direttore dell'Echo di Mosca Alexei Venediktov che da per certo il congedo dai ranghi dell'esercito del generale Andriy Yudin, vice dello stesso Surovikin.

In tutto questo anche il futuro della Wagner e del suo capo restano oscuri. Secondo il capo del comitato di difesa della Duma, Andrei Kartapolov Prigozhin non avrebbe firmato i contratti previsti dal ministero della Difesa e avrebbe quindi perso l'accesso ai finanziamenti e alle risorse materiali assegnati al gruppo.

Stando invece al canale Telegram di Igor Girkin, un ex colonnello dei servizi segreti russi da sempre in aperto contrasto con Prigozhin, il capo della Wagner sarebbe a Mosca per discutere un nuovo possibile accordo con il Cremlino.

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