
Si rafforza l'asse tra Usa e Regno Unito. Dopo l'accoglienza in pompa magna al castello di Windsor da Re Carlo III, il presidente americano Donald Trump vola nella residenza di campagna del premier Keir Starmer a Chequers, e parla di un "legame il cui valore è difficile da descrivere, unico e indistruttibile" con Londra, che "si è rafforzato ulteriormente". Gli Usa e il Regno Unito hanno "rinnovato la loro relazione speciale e sono andati oltre", sono "partner" senza uguali al mondo sul fronte della sicurezza, della difesa, della politica, dell'economia e da ora "anche nella cooperazione della scienza e della tecnologia", dice da parte sua il primo ministro. Annunciando che sono state raggiunte intese economiche bilaterali che promuoveranno "un record" di investimenti reciproci pari a 250 miliardi di sterline (e con una stima di 1,5 milioni di posti di lavoro futuri). L'accordo di cooperazione tecnologica firmato con Starmer consentirà "all'America e ai nostri alleati britannici di dominare il futuro dell'intelligenza artificiale", promette il tycoon, ricordando che riguarderà anche l'energia nucleare.
Al centro del vertice, oltre ad economia e commercio ("Starmer è un negoziatore tenace", scherza The Donald riferendosi all'accordo sui dazi tra Londra e Washington), ci sono ovviamente i più spinosi dossier di politica estera, a partire dalla guerra in Ucraina. Il premier britannico evoca la partnership con gli Usa come decisiva di fronte alle crisi internazionali e alle minacce alla sicurezza, e parlando al fianco del comandante in capo torna a denunciare le azioni della Russia, invocando la necessità di "aumentare la pressione" su Vladimir Putin. Trump invece ripete di aver pensato che il conflitto in Ucraina sarebbe stato "il più facile" a cui porre fine "grazie al mio rapporto con Putin, ma mi ha deluso. Mi ha davvero deluso". E ribadisce che lo zar del Cremlino "sta uccidendo molte persone, ma ne sta perdendo più di quante ne stia uccidendo" e che c'è un modo per far ritirare la Russia dal conflitto: "Se il prezzo del petrolio cala, Putin sarà costretto ad abbandonare questa guerra. E il greggio sta calando, oggi è relativamente più basso". Il presidente evoca la speranza di "qualche buona notizia nei prossimi giorni", mentre il premier ricorda che il leader russo ha fatto qualche concessione solo quando Trump lo ha pressato. Parole a cui The Donald risponde affermando di voler evitare comunque il rischio di "una terza guerra mondiale". Mentre Putin, riferisce che "sulla linea di contatto si trovano oltre 700mila militari", e il ministro degli Esteri Lavrov accusa l'Europa di non volere la pace e dice di voler continuare a dialogare con Washington.
Sul fronte mediorientale, invece, l'inquilino della Casa Bianca spiega di essere "in disaccordo" con il primo ministro sul riconoscimento di uno Stato palestinese. "È uno dei nostri pochi motivi di divergenza", ammette, insistendo che non intende imporre a Benjamin Netanyahu la fine dell'azione militare a Gaza fino a quando "gli ostaggi non saranno liberati".
A luglio Starmer ha annunciato che la Gran Bretagna avrebbe adottato misure per riconoscere lo stato palestinese all'Assemblea Generale dell'Onu a meno che Israele non avesse soddisfatto determinate condizioni, tra cui il raggiungimento di un cessate il fuoco a Gaza, e secondo i media britannici potrebbe
finalizzare i piani già nel fine settimana. Gli Stati Uniti invece hanno fermamente respinto l'idea, anche se Francia, Canada e altri alleati occidentali sono pronti a dare il via libera durante la settimana al Palazzo di Vetro.