Putin non si ferma (e vuole le centrali). Bombe e fame, ucraini allo stremo

Ancora attacchi sul fronte orientale e su quello meridionale, a Sumy le sirene suonano alle 5. Nuovi combattimenti nell'area di Zaporizhzhia: l'obiettivo di conquistare i 15 reattori del Paese

Putin non si ferma (e vuole le centrali). Bombe e fame, ucraini allo stremo

Il piano di Vladimir Putin, che ha già il controllo della centrale di Zaporizhzhia, è quello di mettere le mani su tutti i siti nucleari del Paese. Non a caso, nel giorno deputato al corridoio umanitario, i russi hanno violato più volte la tregua per bombardare ma anche per marciare verso Yuzhnoukrainsk, nella regione di Mykolaiv, dove ha sede un'altra centrale. Oltre a Chernobyl, dismessa in seguito all'incidente del 1986, sono quattro i siti nucleari operativi in Ucraina, per un totale di 15 reattori che forniscono al Paese la metà del fabbisogno elettrico. Il governo Zelensky ha investito negli ultimi anni 20 miliardi di euro per aumentare la produzione di energia elettrica. Putin pensa alla competizione con la Cina, che sta investendo centinaia di miliardi di dollari per allestire 150 nuovi reattori nei prossimi 15 anni. La Russia sta costruendo nuove centrali sul proprio territorio e all'estero, ma soprattutto è uno dei principali esportatori di tecnologia nucleare nel mondo. Nell'azione di guerra in corso, il Cremlino si troverebbe tra le mani un tesoro dal valore inestimabile a costo zero.

Tuttavia, come accennato, il conflitto è proseguito anche nella giornata di ieri, nonostante l'evocata apertura del corridoio umanitario. Esplosioni, raid, razzi in più parti dell'Ucraina sono stati segnalati dai media locali. I bombardamenti nella città orientale di Sumy sono cominciati attorno alle 5 del mattino (le 3 in Italia), mentre l'area urbana è tutt'ora circondata dalle truppe di Mosca. Esplosioni multiple si sono verificate a Kharkiv. Alcuni video che circolano in rete mostrano razzi distruggere i binari della stazione ferroviaria. Le sirene d'allarme, soprattutto per i raid aerei dei Sukhoi Su-25, sono risuonate a Kiev, Zhytomyr e Chernihiv. I bombardamenti hanno praticamente raso al suolo la città di Volnovakha, circa 60 km a nord di Mariupol. I soccorritori sono riusciti a evacuare soltanto 400 persone. I cadaveri giacciono non raccolti e le persone che si nascondono nei rifugi sono a corto di viveri. E proprio a Mariupol sono ripresi in serata raid aerei. A Zaporizhzhia, lontano dalla zona della centrale, sono in corso combattimenti tra i due eserciti, mentre il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato di aver assunto il controllo di una base militare vicino a Kherson. A Borodyanka è stato preso d'assalto un ospedale psichiatrico con 670 pazienti, ora in ostaggio. Le autorità ucraine hanno accusato soldati russi di aver aperto il fuoco contro manifestanti disarmati nella città di Novopskov, nel Donbass.

L'altro fronte caldo è quello a sud, dove le manovre delle navi dell'ammiraglio Igor Osipov tolgono il sonno ai cittadini di Odessa. La Marina ucraina ha esortato i residenti della città e dell'intera regione a stare lontani dalla costa per i timori di uno sbarco anfibio russo e ha vietato di transitare lungo le coste che sarebbero state minate dagli invasori. A non molta distanza, a Nikolaev, caccia russi Tu-22 hanno lanciato missili al tramonto del sole. Due velivoli sono stati abbattuti dalla contraerea di Kiev e i piloti catturati.

A Kharkiv i russi stanno riducendo alla fame la popolazione. Il governatore dell'oblast, Oleh Synyehubov, ha lanciato ieri pomeriggio sui social un disperato appello: «Non abbiamo cibo, benzina e medicine. Senza elettricità siamo privi di luce, riscaldamento e acqua calda. La gente sta vivendo sottoterra, quanto potrà resistere?. Ogni volta che tentiamo di uscire i cecchini sparano». Una foto che sta facendo il giro del mondo è stata scattata a Irpin, a 30 km a nord ovest di Kiev. Si vedono decine di persone che si nascondono sotto quel che resta di un ponte. Le macerie sono, paradossalmente, le uniche zone sicure per proteggersi dai bombardamenti.

Guerra anche di numeri:

Mosca sostiene di aver perso in battaglia circa 500 uomini, per Kiev sarebbero addirittura 9mila. In battaglia sarebbe morto anche il colonnello Konstantin Zizevsky, uno dei più stretti collaboratori del generale Gerasimov.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
ilGiornale.it Logo Ricarica