Guerra in Ucraina

Putin non vuole più fermarsi. "Useremo armi mai viste". Zelensky: "Smembrerà l'Ue"

Vladimir Putin torna a parlare e le sue parole sono pugni in faccia all'Occidente

Putin non vuole più fermarsi. "Useremo armi mai viste". Zelensky: "Smembrerà l'Ue"

Vladimir Putin torna a parlare e le sue parole sono pugni in faccia all'Occidente. «Se la Russia sarà minacciata - dice ai parlamentari riuniti a San Pietroburgo - risponderà con mezzi che i suoi avversari non hanno ancora. Devono sapere che ci sarà una risposta, e sarà rapida. Abbiamo strumenti che nessuno ha e li utilizzeremo, se necessario. Voglio che tutti lo sappiano».

Un avvertimento bello e buono, anzi: bullo e buono. Che sembra voler dare ragione alle parole pronunciate poche ore prima dal presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky nel suo consueto notturno al suo popolo: «L'obiettivo finale della leadership russa non è solo quello di impadronirsi del territorio dell'Ucraina, ma di smembrare l'intera Europa centrale e orientale e assestare un colpo globale alla democrazia». Un'operazione di ingegneria geopolitica che minaccerebbe anche la Moldavia, che teme per la Transnistria, la sua regione autonoma che anni fa si è autoproclamata repubblica indipendente filorussa. «La Russia sta cercando di destabilizzare la situazione nella regione della Transnistria. Capiamo chiaramente che questo è uno dei passi della Federazione Russa. I servizi speciali ci stanno lavorando. Mostrano che se la Moldavia sostiene l'Ucraina, ci saranno certi passi».

I due leader si fronteggiano da lontano, guardandosi in cagnesco, non potendo o volendo farlo di persona. I negoziati sembrano un'ipotesi remota, anche se ieri da Ankara sono arrivate voci ottimistiche a proposito di un possibile incontro da svolgersi in Turchia. «Ci auguriamo che, nonostante alcune difficoltà, i due i leader possano incontrarsi nei prossimi giorni grazie alle proposte del nostro presidente Recep Tayyip Erdogan», ha detto il ministro della Difesa turco Hulusi Akar.

Putin «il bullo» ieri non sembrava certo in modalità dialogante. Ha sparato bordate a qualsiasi cosa si muovesse davanti ai suoi occhi. Ha precisato che l'attacco all'Ucraina è servito a «impedire una minaccia. Le operazioni militari speciali in Donbass e Ucraina sono volte a garantire la sicurezza del nostro Paese. Noi siamo un grande Paese, non abbiamo bisogno di annettere altri Paesi». Ha garantito che «l'Occidente vuole distruggerci». Ha annunciato che «il numero dei mercenari stranieri in Ucraina sta aumentando ed il ministero della Difesa russo mostrerà in pubblico alcuni di quelli che sono stati catturati». Si è fatto beffe delle sanzioni che l'Occidente ha disposto: «I piani dei Paesi occidentali di strangolare economicamente la Russia - ha garantito - sono falliti. L'impatto economico delle sanzioni occidentali contro la Russia non è stato così forte per il momento». Una frase che fa a pugni con quanto ha detto Alexei Kudrin, capo della Corte dei conti della Federazione Russa: «Fino alla fine dell'anno e nel prossimo anno, cioè quasi un anno e mezzo, due anni, vivremo in una situazione molto difficile».

In serata si fa vivo anche Joe Biden, che nel corso dell'orazione funebre per l'ex segretario di Stato Madeleine Albright si lancia in un'analisi storico-politica che parte dalla dissoluzione dell'Urss e dalla caduta del muro di Berlino furono («un punto di flesso storico, che chiamò i popoli a decidere quale futuro volessero per loro») per arrivare alla guerra in Ucraina («è un altro grande punto di flesso» da inquadrare nella «lotta delle democrazie contro le autocrazie»). «Contro ogni aggressore - dice il presidente degli Stati Uniti - c'è sempre chi lotta per libertà e la libertà ha avuto pochi campioni come Albright, una forza della natura che ha cambiato la direzione della storia.

In Ucraina sono in gioco la democrazia e la libertà, assalite dalle forze dell'autocrazia e dell'oppressione».

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