Qatar, respinti i diktat dei Paesi arabi

Doha: «Rompere i rapporti con Iran e Turchia? Così si viola la nostra sovranità»

Qatar, respinti i diktat dei Paesi arabi

Il Qatar non ci sta e dice no all'ultimatum imposto dall'Arabia saudita e dai suoi alleati per evitare lo scattare di dure sanzioni al Paese, reo, agli occhi dei Paesi arabi alleati, di finanziare il terrorismo. La secca risposta è arrivata ieri da Saif bin Ahmed Al-Thani, capo dell'ufficio stampa del governo di Doha. «Era stato il Dipartimento di Stato americano - ha detto - a chiedere che le richieste fossero realistiche. Questa lista non soddisfa quel criterio». A essere rifiuta tout court è una lista di 13 punti, stilata da Riad insieme agli alleati, per evitare un embargo che partirà tra nove giorni. «Non ha nulla a che fare con la guerra al terrorismo» ha detto il portavoce. «Vuole solo violare la sovranità del Qatar e sottrarre a esso la sua politica estera».

La lista - messa a punto da Riad insieme a Egitto, Bahrein e Emirati Arabi e consegnata a Doha attraverso il mediatore Kuwait, contiene tredici punti. Tra questi la richiesta che il Qatar limiti le sue relazioni con Teheran (vero obiettivo dell'accanimento contro lo stato nel Golfo); la chiusura della base turca nel piccolo paese del Golfo (inaugurata lo scorso anno); lo stop alla cooperazione militare con Ankara; e anche la chiusura dell'emittente al Jazeera nonché la fine dei rapporti con Hezbollah e con i Fratelli musulmani. I paesi arabi del Golfo avevano chiesto anche che il Qatar si facesse carico del pagamento di riparazioni ai quattro paesi che hanno deciso il blocco, come «compensazione per le sue politiche». Il documento afferma che «queste richieste devono essere accolte entro 10 giorni dalla data di consegnato l'offerta verrà considerata non più valida, aggiungendo che il loro recepimento verrà «monitorato attentamente, una volta all'anno per il primo anno, una volta ogni tre mesi nel secondo e una volta all'anno per i dieci anni successivi».

Non è quindi riuscita al momento la mediazione dell'emiro del Kuwait Sheikh Sabah Al Ahmad Al-Jaber Al Sabah a cui

l'alleanza dei paesi arabi avava dato mandato. Doha è stata messa nel mirino di Abu Dhabi, Riad e gli altri che sostengono di avere le prove degli aiuti del Qatar al terrorismo, sia dal punto di vista logistico che economico.

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