«Per un volta possiamo farla semplice: Autostrade apre il cantiere e paga il conto. Fincantieri costruisce il ponte, Renzo Piano regala a Genova il disegno di un ponte bellissimo. Così, senza polemiche, la città può riavere in fretta un'opera indispensabile, sicura e meravigliosa. Così si onora davvero chi ha perso la vita», annuncia Giovanni Toti su Facebook. Nel braccio di ferro tra Autostrade e governo, vince la mediazione del presidente della Liguria e commissario dell'emergenza, e del sindaco di Genova, Marco Bucci. Vince la necessità di fare presto per la città, di aprire i cantieri per demolire e poi ricostruire il nuovo ponte in acciaio negli otto mesi promessi. E sull'ipotesi del governatore si sta già lavorando in concreto, i vari interlocutori stanno convergendo.
Il veto dell'esecutivo sull'affidamento della ricostruzione ad Autostrade resta, così come l'intenzione di andare avanti con la nazionalizzazione, ma la non ostilità dimostrata dalla stessa concessionaria di fronte all'ingresso nella partita di Fincantieri e Cdp apre a nuove prospettive. L'ad di Autostrade, Giovanni Castellucci, in un'intervista a Repubblica conferma che ancora «non c'è alcun progetto né alcun contatto. Posso dire, tuttavia, che la cooperazione con fondi di investimento istituzionali anche di matrice pubblica e con obiettivi di lungo termine fa parte del nostro dna». Dunque l'ipotesi è sul tavolo. Da tradurre, sono le ipotesi, in una associazione di imprese che comprenda Autostrade e Fincantieri e che possa partire al più presto con i lavori. Ed è su questa strada che sta accelerando Toti, che ha ribadito come l'unico interlocutore resti Autostrade, nonostante gli strali del governo. Con cui la società si prepara a una guerra legale sulla decadenza della concessione: «Mi limito a osservare che sono i contratti e la Costituzione a chiarire quali sono le condizioni per una eventuale nazionalizzazione», ha detto Castellucci citando i pilastri di quella che sarà la strategia di difesa.
L'obiettivo di Toti invece è evitare che lo scontro sulla revoca rallenti la ricostruzione: «Il cantiere del nuovo ponte deve partire il prima possibile e mi pare evidente che per iniziare non possiamo aspettare che cambi la normativa sulle concessioni e sulle nazionalizzazioni. Ritardare anche solo un minuto per questo motivo sarebbe imperdonabile. Senza bisogno di tanta propaganda stiamo già lavorando, con il buonsenso, per fare in modo che il ponte venga ricostruito con la collaborazione di Fincantieri». Resta da capire il ruolo di Autostrade, che nelle intenzioni del governo invece dovrà solo farsi carico degli oneri della nuova opera.
Sulla stessa linea di Toti, che vuole al centro la stessa concessionaria, è il sindaco di Genova Marco Bucci: «La ricostruzione del ponte di Genova la deve fare Autostrade, perché sono loro concessionari fino a quando non c'è una nuova legge che dice che deve farla qualcun altro. Noi aspettiamo quello che ci dirà il governo». L'ipotesi di riforma sarebbe già sul tavolo dell'esecutivo, che sta studiando una deroga al codice degli appalti per superare l'obbligo di ricorrere a una gara, che presuppone tempi lunghi. Il progetto del resto c'è già, ed è quello che Renzo Piano ha donato alla città coniugando la ricostruzione con un omaggio alle 43 vittime, come il numero dei pali luminosi pensato per la nuova striscia di asfalto che sarà retta da una sfilza di piloni, la cui sezione è ispirata alla prua delle navi.
Prima, però, c'è la demolizione.
Un impegno che durerà circa tre mesi e che è a carico di Autostrade, che entro oggi o domani mattina al massimo presenterà al commissario Toti il piano per la bonifica dell'area, dai due monconi pericolanti alla montagna di detriti sul Polcevera. Lo scenario della tragedia però è ancora un terreno fertile di elementi di indagine per i magistrati.
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