Qualcuno fermi Facebook: vuole leggere i nostri pensieri

Per Mark Zuckerberg grazie alle nuove tecnologie condivideremo sentimenti direttamente con il cervello. Ma la cosa "non ci piace"

Qualcuno fermi Facebook: vuole leggere i nostri pensieri

La micidiale battaglia ideologica del gender sta offuscando la tradizionale differenza fra uomo e donna. La sempre più sofisticata invadenza delle nuove e velocissime tecnologie ci sta distraendo dalle vecchie abitudini della lettura e della riflessione. Le news digitali hanno già ucciso, o quasi, l' abitudine ai quotidiani cartacei, il web ha reso sempre meno «materiale» la musica, la rete sta dissolvendo persino la neo-televisione, diventata più antica della paleo-tv. I social network - massima sublimazione virtuale del narcisismo egoistico proprio della specie umana - hanno annientato la privacy. E l'immenso, accessibile, gratuito mondo di porno-tube ha spogliato il sesso di ogni pudore e riservatezza. Ci rimaneva - speravamo - l'intimità dei nostri pensieri, ultima e segreta barriera dell'anima umana che, in quanto ànemos , «soffio», si pensava inafferrabile. E invece.

Invece è arrivato Mark Zuckerberg, simpatica faccia da nerd (per il quale nulla è impossibile) e pericolosissimo apprendista stregone (meglio non cominciare qualcosa che non si sa come finire), il quale ci dice che la prossima frontiera di Facebook è la telepatia: condividere a distanza sentimenti, emozioni e desideri. Non bastavano le intercettazioni autorizzate dai giudici. Ora siamo alla trasmissione del pensiero offerta, sotto forma di applicazione, dall'amministratore delegato del social network più potente del pianeta. Lui sarà sempre economicamente più forte. Noi spiritualmente più poveri. Fermate Facebook, voglio pensarci su. E poi scendere. Like? No.

La telepatia non è la previsione di un folle, né il sogno romanzesco di uno scrittore visionario. È, più semplicemente, il piano industriale, su scala planetaria, del trentunenne Numero Uno di Fb. Il quale - nel suo consueto scambio di opinioni di un'ora, ovviamente su Facebook -, a proposito del futuro della sua creatura, ha confessato che «un giorno saremo in grado di scambiarci pensieri pieni e ricchi l'un l'altro direttamente usando la tecnologia. Sarete in grado di pensare a qualcosa e i vostri amici saranno in grado di vivere la stessa esperienza immediatamente, se voi lo vorrete. Questa sarà l'ultima frontiera della tecnologia».

Qualcuno, meno idealista (?) e più cinico di Zuckerberg, ha già avanzato il sospetto che la telepatia telematica sia piuttosto solo l'ultima e più economicamente allettante deriva del sesso online : non c'è neppure bisogno che tu mi dica, cliccando, quale sia il tuo desiderio - milf, teen, gang bang -, basta che tu lo pensi. Al resto, ci pensiamo noi.

E Zuckerberg pensa che «ci sono pochi ma importanti tendenze nella comunicazione umana che speriamo di migliorare. Prima abbiamo condiviso testi, ora postiamo principalmente foto. Nel futuro i video saranno molto più importanti delle foto. Dopo tutto questo arriverranno esperienze totalizzanti, come essere immersi nella realtà virtuale. Dopo avremo il potere di condividere tutta la nostra gamma di sensi ed esperienze emotive con la gente quando vorremo». Di fatto, una sorta di manifesto mascherato di un futuro Faceporn.

Per la cronaca, Zuckerberg, rispondendo, tra le altre, a domande di Stephen Hawking, Arnold Schwarzenegger e Arianna Huffington - a riprova che il mondo dei social ha più connessioni di quanto immaginiamo ma è molto più piccolo di quel che si pensa -, ha parlato anche di intelligenza artificiale e del futuro delle news. A proposito del primo punto, mister Facebook ha spiegato che l'obiettivo del suo social multimiliardario è creare «sistemi migliori degli esseri umani nei sensi primari: vista, udito, eccetera», e la compagnia sta sviluppando tecnologie per riconoscere oggetti, luoghi e persone in foto e filmati.

In merito al secondo punto, invece, ha detto che le tendenze future saranno «ricchezza e velocità», con l'uso di video e di nuove tecnologie quali la realtà virtuale: con un'informazione sempre più veloce, ha aggiunto, ci sarà ampio spazio per chi può fornire piccoli “frammenti” di news in minor tempo e con maggiore frequenza. Ma, per capire questo, in effetti, non ci serve la telepatia. Basta essere vecchi giornalisti.

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