«Ma quale ricatto, ci spettano 6mila euro l'anno»

RomaGianni Tonelli, il premier Renzi sostiene che lo stiate ricattando.

«Noi non stiamo ricattando nessuno - risponde il segretario del Sap, uno dei più rappresentativi sindacati di polizia - Stiamo solo legittimamente utilizzando tutti gli strumenti che la democrazia ci mette a disposizione. Sciopero escluso, naturalmente».

Per comunicargli cosa?

«Per comunicare, a lui e a tutta la politica, visto che le riforme si fanno in Parlamento, che noi agenti delle forze dell'ordine non siamo persone di serie B. Abbiamo un interesse collettivo da tutelare. E comunque i piatti in cui mangiamo non devono essere di porcellana ma almeno puliti come quelli degli altri».

Perché dice questo?

«Perché, non so se lo sa, la sola Camera dei deputati spende in pulizie trenta volte più di quanto spendono sempre in pulizia le sedi delle forze dell'ordine di Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise. Cioè tutta l'Italia centrale».

Effettivamente un dato impressionante. Però noi stiamo parlando di stipendi.

«Bene. Parliamone. Il nostro livello restributivo è mediamente dal 20 al 40 per cento inferiore a quello dei nostri colleghi del Paesi simili all'Italia. Eppure noi ci permettiamo ben sette polizie».

Sette polizie?

«Ma sì: la polizia di Stato, l'arma dei carabinieri, la Guardia di finanza, la polizia penitenziaria, il corpo Forestale. E poi le due polizie locali, quella provinciale e quella comunale».

Con quale risultato?

«Di una sovrapposizione delle funzioni e di un aumento esponenziale dei costi. In una città come Firenze ci sono undici centrali operative. E poi mense, amministrazioni, caserme. Il risultato è che il 60 per cento delle nostre risorse viene drenato nell'apparato logistico. Che con la lotta al crimine c'entra davvero poco».

Senza questi sprechi che succederebbe?

«Che si recupererebbero strutturalmente almeno due o tre miliardi l'anno che potrebbero almeno in parte essere utilizzati per rinforzare i salari».

Ma guadagnate così poco?

«Un poliziotto mediamente può guadagnare uno stipendio da 1.500 euro al mese».

Sì, ma poi avete carriere molto articolate.

«Certo. Noi abbiamo sedici qualifiche, una carriera molto dinamica. Ma con il mancato rinnovo dei contratti e con il blocco degli automatismi degli stipendi molti poliziotti sono pagati ancora ai livelli inferiori. Per un agente di media anzianità lo stop agli aumenti si può quantificare in un taglio di 400-500 euro netti al mese. Faccia lei».

Ma con l'aria che tira non potevate aspettarvelo?

«No. La politica ci aveva fatto altre promesse. Non parlo di quelle elettorali, come quelle del ministro dell'Interno Alfano, che si sa, sono promesse da marinaio. Ma il ministro della Difesa Roberta Pinotti, ancora poco tempo fa ci aveva garantito che sarebbe stato eliminato il secondo blocco, quello degli stipendi. Chiaro che così si creano delle aspettative e delle grosse delusioni».

Vi sentite abbandonati?

«Siamo esasperati. Ogni asino che raglia finiamo alla sbarra, non veniamo mai difesi da nessuno, siamo lasciati a noi stessi. Partecipiamo a Mare Nostrum senza profilassi né igiene, poi basta un gesto di stizza per mettere in ludibrio tutte le forse dell'ordine. Per non dire di quando uno di noi finisce sotto processo. C'è gente che si è ipotecata casa per pagarsi gli avvocati».

Che cosa avete intenzione di fare?

«Gliel'ho detto, non possiamo inneggiare allo sciopero ma faremo tutto ciò che ci è consentito. Abbiamo già donato il sangue a Montecitorio per simboleggiare il fatto che ci abbiano tolto ogni linfa vitale, debilitato. Le famiglie di molti agenti sono ormai sempre più vicine alla soglia di povertà. Eppure noi siamo quelli che spesso con grande pericolo operano gli arresti che poi vengono convalidati da persone al calduccio che guadagnano dieci volte più di noi».

E questa come la chiama?

«Una buffonata».

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