New York - Chissà se Barack Obama nella notte tra martedì e mercoledì si sarà sognato quella cena dei corrispondenti quando si prese gioco di Donald Trump. Perché potrebbe essere nata proprio da lì, dallo scherno impietoso del Commander in Chief, la voglia del tycoon di scendere in campo e restituire la Casa Bianca ai repubblicani. Era il 2011, e nessuno avrebbe pensato all'ipotesi del miliardario newyorkese come nuovo presidente degli Stati Uniti. Men che meno Obama, il quale durante la consueta cena dei corrispondenti alla Casa Bianca si è preso gioco di The Donald con scherzi e frasi pungenti, in particolare rispondendo alle polemiche sollevate da Trump sulla nascita del presidente. «Lo Stato delle Hawaii ha ufficialmente rilasciato il mio certificato di nascita, ma se ci fossero ulteriori dubbi sto per mostrarvi per la prima volta il video di quando sono venuto al mondo...», dice Obama mentre sul maxi schermo compaiono immagini del cartone animato di Walt Disney il Re Leone, con la nascita del leoncino Simba. In occasione della cena dei corrispondenti è tradizione che l'inquilino della Casa Bianca prenda in giro i presenti e se stesso, ma con Trump, presente in sala, Barack ha calcato parecchio la mano. «Nessuno è più felice di mettere a tacere la storia di questo certificato di nascita di The Donald, così adesso può dedicarsi a questioni più importanti come il fallimento della missione sulla luna, cosa accadde veramente a Roswell, o dove sono Biggie e Tupac», continua, riferendosi polemicamente a tre celebri bufale. «Ma mettiamo da parte questo, tutti noi conosciamo le sue credenziali e la sua vasta esperienza, come abbiamo visto per esempio in un episodio recente di The Apprentice in una steakhouse...», attacca ancora il presidente tra il serio e il faceto, prendendosi gioco del re del mattone che ascolta in silenzio. «Sono questo tipo di decisioni che mi tengono sveglio la notte - ride Obama -. Dite tutto quello che volete ma di certo Donald porterà dei cambiamenti alla White House».
Quindi, sullo schermo, compare un'immagine della Casa Bianca trasformata in un casinò che ricorda quelli costruiti da Trump. Frasi che il miliardario non digerì né tanto meno dimenticò, tanto che secondo alcuni fu proprio quella sera che iniziò a pensare di candidarsi alla presidenza.
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