Quando Cospito incitava i suoi compagni: "Sono un terrorista, pensiero e dinamite"

Il 41 bis scattò dopo tanti scritti in cui inneggiava all'omicidio dei "potenti"

Quando Cospito incitava i suoi compagni: "Sono un terrorista, pensiero e dinamite"

Dopo 10 anni di detenzione in alta sicurezza, Il 4 maggio 2022 il ministro Cartabia ha deciso di firmare il 41 bis per Cospito per impedirgli la corrispondenza, dopo aver verificato scambi di lettere con altri anarchici e la pubblicazione di scritti su riviste d'area. Secondo i magistrati questo epistolario farebbe riemergere l'esistenza di una vera e propria organizzazione anarchica e la rinascita della Federazione anarchica informale. L'ultimo scritto è di qualche giorno prima che venisse messo al 41 bis. «La teoria se non è accompagnata dalla prassi è merda o poco più. La mia vita (come la vita di ogni anarchico degno di questo nome) è caratterizzata dal tentativo di far collimare teoria e azione. Potete tenermi in galera per il resto della vita ma rassegnatevi, non riuscirete a togliermi la coerenza e la voglia di combattervi». Poco prima scriveva: «la rivoluzione la può fare solo chi ha il diavolo in corpo e non ha paura della parola terrorismo perché desidera con tutte le sue forze che i potenti vivano nel terrore. Non sarà certo il codice penale o la minaccia del 41bis a farmi tacere». Perché Cospito deve stare in isolamento? Lo scrive lui, nel 2019: «Ogni volta che capito in una sezione comune ed io con orgoglio dico che sono un terrorista mi si aprono tutte le porte, la solidarietà è massima. Il potere lo sa, per questo ci tengono isolati in sezioni speciali». A un certo punto riuscì ad avere un regime migliore: «Sulla situazione alla AS2 (alta sicurezza) di Ferrara a furia di scazzi ci hanno dato quello che abbiamo richiesto. Agli inizi avevamo solo la socialità per il pranzo, gli abbiamo fatto capire con determinazione che così non andava e nel giro di qualche mese la situazione è migliorata molto». Cospito aveva digiunato già nel 2017: «Contro la censura imposta dal PM Sparagna che blocca tutta la corrispondenza. I fratelli della FAI-FRI hanno sempre rivendicato a testa alta davanti ai porci togati le proprie azioni sputando loro in faccia, come facemmo noi a Genova». Subito dopo buste esplosive arrivano al Pm Speranza. Scrive Cospito: «Rimango comunque ottimista e di buon umore perché la logica dell'1+1=2 mi dice che i compagni-e che hanno colpito sono ancora in libertà quindi in grado di colpire di nuovo». Come il suo ispiratore Alfredo Maria Bonanno che scrisse: «Ma perché questi benedetti ragazzi sparano alle gambe di Montanelli? Non sarebbe stato meglio sparargli in bocca?», e Cospito: «Non basta sparare nelle gambe di un potente per diventare un anarchico». «La mia priorità assoluta non è uscire a tutti i costi dal carcere ma di uscirne a testa alta senza aver rinnegato niente di quello che sono stato, e che sono. Uscirò con le buone o con le cattive, quello dipenderà dalla mia forza, dalla forza dei miei fratelli fuori.

La mia complicità va all'anarchismo d'azione che in forme nuove sta risorgendo in mezzo mondo dopo un lungo letargo. Avanti senza paura. Il futuro è nostro. Pensiero e Dinamite». Il 41 bis serve per evitargli di mandare questi messaggi.

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