Quando i dilettanti allo sbaraglio vanno al potere

L'ex ministro Dc Pomicino sferza le nuove leve della politica e Renzi: "Parolaio da salotto"

Quando i dilettanti allo sbaraglio vanno al potere

«Geronimo» dissotterra la sua ascia di guerra e la scaglia sui governi degli ultimi anni (che lui chiama «governicchi a tempo») e sulle loro improvvisate politiche economiche.Un'analisi da prendere col giusto peso visto che proviene da Paolo Cirino Pomicino, protagonista di prim'ordine della Prima Repubblica, democristiano di lungo corso che grazie ai propri legami familiari, amicizie, interessi, capacità di muovere risorse e fare favori, ha per anni riversato voti sul «Divo» Giulio Andreotti. Uno che in tema di politica e di come si fa non ha, dunque, da prendere lezioni da nessuno men che meno da questi dilettanti allo sbaraglio che vagano oggi nei palazzi romani e che lui definisce La Repubblica delle Giovani Marmotte, il suo ultimo libro scritto per Utet (15 euro) con la prefazione di Giuliano Ferrara che dichiara apertamente di amare Pomicino per la sua «seria giocosità, la sua furia di vivere e di fare politica, il coraggio del cuore, combinato con una gran faccia tosta».Accettate un po' su tutti. Con il suo solito umorismo da buon partenopeo e l'intelligente sagacia che lo contraddistingue, o' ministro ripassa con la sua pungente penna le vicende politiche ed economiche degli ultimi vent'anni, sia in Italia che all'estero. Senza negare gli errori dei governi dei quali lui ha fatto parte, Pomicino evidenzia il decadimento e il dilettantismo del legislatore, soprattutto da Monti a Renzi, a cominciare dai tecnici dell'economia capaci solo di allargare la voragine del debito pubblico. Nel capitolo «La Repubblica dei dilettanti» accenna alla sua vicenda giudiziaria nella stagione di Mani Pulite definita «un disonore giudiziario senza precedenti» ricordando di quando sequestrarono il motorino di sua figlia «considerato profitto di reato». Ne «Il compagno Napolitano» racconta del suo infarto (il terzo) che non gli impedì nel 2006 di fare campagna elettorale dalla stanza d'ospedale «con 2-300 telefonate ai miei elettori».

Spietato il giudizio sul «caporale di giornata» Matteo Renzi ne «Il nuovo elogio della follia» che definisce «parolaio da salotto»: «Sono germogliati i semi di un nuovo autoritarismo, del quale Renzi rischia di essere l'espressione decisamente più pericolosa».Pomicino presenterà il suo libro mercoledì 9 dicembre alle 18 al circolo della stampa di Milano in Corso Venezia 48 insieme a Giuliano Pisapia, Ferruccio de Bortoli, Alessandro Sallusti e Antonio Polito.

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