Cronache

Quando il Messi del golf diventa Fantozzi

Quando il Messi del golf diventa Fantozzi

Dicono che i campioni siano diversi. Eppure immaginateli davanti a una buca inaspettata, neanche avessero trovato la Virginia Raggi che si annida dietro l'angolo della vita. Prendete il golf - lo sport dove quelli che contano non sono mica tanti - e il torneo più importante del mondo. Con in testa Sergio Garcia, il campione in carica, l'uomo che tutti i giocatori dilettanti del mondo sognano come riferimento mentre spaccano il proprio bastone sul green all'ennesimo tentativo fallito della loro miserabile vita (da golfisti, s'intende). Ecco: arriva il giorno che la nostra personalissima Virginia sistema tutto, e i Garcia diventano uno di noi.

Insomma: nella prima notte (italiana) dell'Augusta Masters - ovvero il torneo più importante del circuito - il buon Sergio ha vissuto il suo momento Fantozzi. Ha fatto 13 (e non è la cosa migliore) davanti a una buca (la 15) più disastrata di quelle dell'Appia Antica. Par 5 (si fa in 5 colpi ma anche meno), risultato finale +8: ovvero uguale a 13 appunto. Record e torneo rovinato per il campione del 2017, che tra l'altro proprio alla vigilia del Masters aveva avuto una figlia, chiamata Azalea come la buca (13, è nel destino) che gli aveva consegnato il trionfo dello lo scorso anno: «È incredibile: la pallina non voleva fermarsi». Garcia, tentando l'approccio, l'ha buttata in acqua. Poi l'ha asciugata, rimessa in campo, e ributtata in acqua. E poi così via per altre tre volte: «Per farlo ci voleva il colpo perfetto. Al contrario però». Riuscito.

E dunque: Sergio non ha rotto il bastone e noi l'avremmo fatto. Ma non è che sia stato differente: lui alla fine è come quelli che fanno acqua, solo che stavolta ha fatto anche il buco. E a noi non resta dunque che tifare per lui.

Per sempre.

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