Il coronavirus ora ha un nome ma il suo identikit non è ancora completo per questo è più difficile contenere l'epidemia.
LA DURATA
Non è possibile una stima precisa al momento. Si potrebbe partire dal paragone con il ciclo di un altro coronavirus, la Sars che durò dal novembre 2002 al luglio 2003: 9 mesi. Ma, giorno dopo giorno, si evidenziano significative differenze nel comportamento dei due coronavirus. Uno dei massimi esperti del settore, Zhong Nanshan, epidemiologo che ebbe un ruolo chiave nel contrasto della Sars, ha azzardato un'ipotesi. Dato che in alcune province il dato dei contagi sta calando ritiene che il picco massimo possa essere raggiunto «forse a metà o alla fine di febbraio» seguito da una stabilizzazione e poi un' attenuazione fino alla scomparsa alle soglie dell'estate. Ma quel calo potrebbe avere un'altra spiegazione.
IL TRUCCO
Le autorità sanitarie cinesi non conteggiano più tra i contagiati chi è positivo al test ma non manifesta i sintomi: febbre tosse, difficoltà respiratorie. Sarebbe questo il motivo della frenata nella crescita del numero degli infetti in Cina. Una buona notizia che però è stata sostanzialmente smentita dalla denuncia di un reporter dell'Apple Daily di Hong Kong, Alex Lam. Il giornalista ha pubblicato su Twitter il documento della National Health Commission cinese, dove si precisa che i per i pazienti asintomatici la «classificazione va rivista a caso confermato». E infatti se si vanno a vedere i dati forniti da Pechino si evince che l' aumento di quasi 20mila casi al giorno sta progressivamente rallentando a partire dal 5 febbraio scorso. Un dato che in tutte le epidemie segna il raggiungimento del picco e quindi la successiva decrescita. In sostanza il contenimento dell'epidemia. Negli ultimi giorni anche i casi sospetti sempre segnalati dalla Cina sono calati bruscamente da 28.942 a 23.589 nel giro di 24 ore oltre 5mila casi svaniti. Come è possibile? Grazie ad un cambiamento dei criteri di classificazione come denunciato dal giornalista. Vengono calcolati come casi confermati soltanto quelli con sintomi manifesti. Oltretutto in aperto contrasto con le direttive dell' Organizzazione Mondiale della Sanità che considera contagiati tutti i pazienti positivi al virus. Ad esempio in Italia il ricercatore di 29 anni ricoverato allo Spallanzani non ha neppure una linea di febbre ma il nostro ministero della salute lo conteggia tra gli infetti. Preoccupato il virologo Roberto Burioni che afferma: «speriamo che Pechino non stia barando sui dati».
LE INCOGNITE
Sulla questione della classificazione degli asintomatici è prudente Carlo La Vecchia, ordinario di epidemiologia all'università degli Studi di Milano che osserva come in effetti sia impossibile «conteggiare tutti gli asintomatici» che non arrivano neppure all'attenzione delle strutture sanitarie. Dubbi sulla durata dell'incubazione: alcuni scienziati sono arrivati ad ipotizzare un periodo molto lungo: 24 giorni. Ma le autorità sanitarie italiane ritengono siano sufficienti due settimane di quarantena.
CONTENIMENTO
La parola d'ordine è questa, prevenzione.
Una terapia ad hoc non c'è e per il vaccino ci vorrà troppo tempo. E per il futuro lo scienziato Zhong Nanshan ha ha insistito sulla necessità che la Cina vieti in via permanente il commercio di animali selvatici e che attivi un più efficace e precoce sistema di allarme globale.FA
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