Coronavirus

"Quarantena ridotta per chi ha tre dosi". Il governo è convinto: non fermiamo l'Italia. Domani parere del Cts

Il governo valuta di ridurre (o abolire) il periodo di quarantena preventiva per i vaccinati con tre dosi. Sul tavolo spunta anche l'ipotesi di modificare la quarantena per gli studenti

"Quarantena ridotta per chi ha tre dosi". Il governo è convinto: non fermiamo l'Italia. Domani parere del Cts

Il governo valuta di ridurre (o abolire) il periodo di quarantena preventiva per i vaccinati con tre dosi. Sul tavolo spunta anche l'ipotesi di modificare la quarantena per gli studenti. La variante Omicron galoppa a ritmi impressionati e inchioda il Paese: ieri il bollettino quotidiano ha fatto registrare 30.810 positivi (6mila in più del giorno precedente) e 142 vittime. Con questo trend e le attuali regole per la quarantena (7 giorni di isolamento per chi viene a contatto con un positivo) l'Italia rischia di ritrovarsi a metà gennaio in un lockdown di fatto. La Fondazione Gimbe fa un calcolo veloce: «Ogni positivo può aver avuto, di media, dai 5 ai 10 contatti. Se dovessimo avere un milione di positivi vuol dire che potrebbero esserci dai 5 ai 10 milioni di contatti da mandare in quarantena e questo non è possibile. Chi ha fatto il vaccino con la terza dose è più difficile si contagi e quindi bisognerebbe rivedere le regole per questa categoria» spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione. «In pochi giorni arriveremo a 10 milioni di persone in quarantena, possiamo permettercelo? Io direi di no. Dobbiamo iniziare a cambiare il nostro modo di affrontare il Covid sulla base del fatto che per i vaccinati la malattia è diversa ed è attenuata» rilancia Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all'ospedale Policlinico San Martino di Genova.

Due le strade: rivedere le regole sulla quarantena o chiudere il Paese. Il governo imbocca la prima e si prepara a modificare il meccanismo per l'isolamento preventivo. Per la prima volta, scienza e politica sono sulla stessa linea. L'unica voce fuori dal coro è quella del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: «Una revisione della quarantena è sicuramente necessaria, ma non è questo il momento. Aspettiamo almeno 10-15 giorni». Con il distinguo di Sileri, la direzione è presa: il Comitato tecnico scientifico (convocato per domani dal governo) si esprimerà sulla richiesta di ridurre la quarantena per i contatti stretti che abbiano già ricevuto la terza dose del vaccino. La decisione dovrebbe arrivare nei primi giorni di gennaio, quasi sicuramente prima della fine delle vacanze di Natale, e la quarantena per i vaccinati con terza dose, ora di 7 giorni, potrebbe essere ridotta tra i 3 e i 5 giorni. Ma c'è anche un'altra proposta, meno restrittiva, sul tavolo: 48/72 ore per chi ha terza dose, 5 giorni per chi ha completato il ciclo vaccinale con due dosi. Fonti del governo confermano la svolta: «Si sta valutando la possibilità di ridurre i tempi di quarantena per chi ha già ricevuto il booster. La decisione arriverà quando si avranno dati più conclusivi sulla variante Omicron». Ipotesi che trova conferma nelle parole del commissario per l'Emergenza Francesco Paolo Figliuolo: «Quella riflessione sul numero di persone in quarantena l'abbiamo fatta stamattina con il ministro Speranza. Gli scienziati stanno studiando. Le quarantene oggi sono diverse a seconda se si è vaccinati o meno. Si sta vedendo cosa mettere in campo. Quello sulla revisione è uno studio che al momento stanno facendo all'Istituto superiore di Sanità unitamente agli scienziati. C'è una cabina di regia composta dalla parte politica e dagli scienziati che vedranno cosa fare nel prossimo futuro».

A rompere lo schema sulle regole della quarantena per i vaccinati è stato il professore di Fisica all'Università di Trento Roberto Battiston: «Il rischio è che, applicando alla nuova variante le norme sulla quarantena e gli isolamenti fiduciari pensate in un'altra fase della pandemia, ci si ritrovi in un lockdown generalizzato di fatto» dice in un'intervista a Repubblica. Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, resta cauto: «Un'eventuale decisione sulle modalità di quarantena si prende in base a una modellistica precisa, ossia calcolando che impatto avrebbe sulla circolazione del virus e sul servizio sanitario nazionale». Netta la posizione del professor Alberto Zangrillo: «L'isolamento preventivo in quarantena domiciliare per i contatti asintomatici di persone positive è una norma che bloccherà l'Italia e farà contenti i lavativi».

La spinta decisiva arriva però dal fronte dei governatori. «Condivido la riflessione che vada rivista la quarantena per i vaccinati. Massima sicurezza senza bloccare il Paese» chiede su Twitter il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Giovanni Toti, governatore della Liguria, lancia l'allarme: «Il rischio è trovarci tra poco con milioni di persone isolate: chi farà il pane, chi guiderà gli autobus, chi svolgerà le lezioni a scuola, chi garantirà la sicurezza, chi batterà lo scontrino al supermercato, chi lavorerà in ospedale?». Timori che spingono il governo verso la modifica dei protocolli.

Anticamera del lockdown per non i non vaccinati.

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