La quarta dose bocciata dall'Aifa. Preferita l'opzione vaccino annuale

Il direttore generale Magrini: "L'efficacia del siero si è rivelata superiore alle previsioni". Ma in Italia i latitanti dell'iniezione sono ancora sette milioni e la media giornaliera precipita

La quarta dose bocciata dall'Aifa. Preferita l'opzione vaccino annuale

Quando il premier Mario Draghi ha annunciato che il green pass sarà illimitato, già avevamo capito che l'ipotesi della quarta dose stava sfumando. Ora la conferma non è solo politica ma anche scientifica. È il direttore generale dell'Aifa Nicola Magrini a ribadire che il quarto vaccino «non sarà una quarta dose ma un richiamo, speriamo annuale» e «dovremo fraternizzare anche quello».

«L'efficacia di questi vaccini - ha detto - è andata anche meglio del previsto, rispetto al fatto che si siano scoperti cosi in fretta, che il dato degli studi sia stato del 95% di efficacia e che sia stato confermato nel primo trimestre di utilizzo reale. C'è stata poi una lenta graduale perdita di efficacia anche per una variante che l'ha parzialmente ridotta». La comunità scientifica «ne ha concordemente visto lo straordinario beneficio ovunque».

Il bilancio dell'Aifa sul primo anno di vaccinazioni parla di «casi avversi rarissimi» ma, pur diventando endemica, la malattia ha la caratteristica di poter colpire la stessa persona più volte. Per questo, fino a quando il virus non diventerà equiparabile davvero a un raffreddore blando, ci sarà bisogno di richiami, probabilmente annuali. E non bisogna mollare sulle vaccinazioni. Purtroppo i numeri degli ultimi giorni dicono altro. Dopo il picco di metà gennaio, in cui si superò la quota delle 700mila somministrazione al giorno, dal 30 gennaio si sono dimezzate le iniezioni dei vaccini registrando un valore medio di circa 350mila somministrazioni al giorno, ben sotto la famosa soglia delle 500mila. La fotografia del calo di immunizzazioni viene scattata dall'Instant report Covid-19 firmato dall'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell'università Cattolica. «Anche le somministrazioni dei vaccini anti Covid hanno avuto due ondate dal 27 dicembre 2020 (giorno della prima somministrazione in Italia) ad oggi - afferma Americo Cicchetti, direttore Altems - La prima da fine aprile 2021 a fine luglio 2021, la seconda più breve da inizio dicembre 2021 a fine gennaio 2022, quest'ultima più corta ma con picchi maggiori, ricordiamo lo sforamento delle 700mila somministrazioni al giorno per ben 4 volte. Dato importante nonostante il raffreddamento della curva delle somministrazioni (come quella dell'incidenza) - afferma Cicchetti - considerando che ad oggi l'83,67 % della popolazione potenzialmente oggetto di dose addizionale o booster ha ultimato il ciclo vaccinale da almeno quattro mesi».

È vero che restano «latitanti» circa 7 milioni di persone, ma a breve parte degli scettici sui vaccini potrebbe cambiare idea. Il 24 febbraio arriverà in Italia Novavax, un vaccino proteico, come quelli antinfluenzali. Sarà una piccola integrazione rispetto agli altri vaccini a mRna. «Alcuni sembrano preferirlo - spiega Magrini - quindi Novavax sarà presto un'opzione per un milione o due di persone che vogliono comunque vaccinarsi. Mentre Valneva è un vaccino ancor più classico e con una tecnologia più vecchia, si tratta di un vaccino inattivato che arriverà ancora più avanti». In qualsiasi caso, quelli a mRna «si sono rivelati i vaccini più efficaci» e «su cui non c'è da avere nessun dubbio rispetto a interferenze geniche, genetiche».

In Spagna Novavax, il quinto autorizzato nell'Unione Europea, sarà raccomandato in Spagna a «persone che

non si sono potute vaccinare» o che hanno «ricevuto una vaccinazione incompleta» a causa di «reazioni avverse gravi» ai vaccini a mRna, «allergie» a componenti presenti in questi vaccini o «altre indicazioni mediche».

MaS

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