Quattro giovani su dieci delusi dalla politica

Lo studio

Quattro giovani su dieci delusi dalla politica

Milano - Un giovane su quattro deciderà all'ultimo momento se andare a votare oltre a chi votare, mentre c'è già una parte consistente, il 40 per cento, orientata a non andare al voto. Se non vogliamo vedere tutto grigio, come si potrebbe fare leggendo uno studio in corso di pubblicazione del Rapporto giovani 2018 dell'Istituto Toniolo, c'è da considerare che un 35 per cento è già deciso ad andare a votare, o almeno è più ben disposto verso il sì. In una delle domande chiave dell'indagine (condotta a ottobre 2017 su un campione di 3034 persone tra i 20 e i 34 anni) viene chiesto di dare un giudizio da 1 a 10 a ciascuna delle forze politiche e oltre il 40 per cento degli intervistati le ha bocciate tutte. Chiaro segnale di disaffezione verso la politica.

Questo 40 per cento completamente distaccato, disaffezionato, freddo rispetto a quello che offre la politica, nel 52,5% dei casi non si riconosce nella distinzione tra destra e sinistra. Prevalgono però i disaffezionati di centrosinistra: il 30,5% contro il 16% di centrodestra. Si tratta in buona parte di delusi dell'esperienza di governo degli ultimi anni.

Spiega il professor Alessandro Rosina, curatore del rapporto: «Solo un giovane su tre, il 35 per cento, trova convincente una delle proposte dei partiti, percentuale bassa che si divide fra tutti. In questa minoranza, sono favoriti 5Stelle, Lega, Pd e infine Forza Italia. Questa composizione articolata si spiega con le differenze sociali perché ci sono giovani intraprendenti, che hanno fondato una startup, che votano i partiti tradizionali, sia pure in misura ridotta, oppure cercano alternative. Una parte dei giovani è convinta di poter proporre qualcosa di diverso rispetto a quel che c'è, una parte pensa che finita la crisi si possa ricominciare, ma il problema è che la gran parte è distaccata».

C'è poi un altro aspetto che colpisce, ovvero la fluidità dell'elettorato giovane.

Quel che tra gli adulti è il cosiddetto centro mobile, tra i Millennial è un atteggiamento molto più diffuso e naturale. Spiega ancora Rosina: «Il comportamento elettorale delle nuove generazioni è molto fluido e difficile da prevedere, anche perché a deludere di più è chi governa». Giovani difficili da conquistare.

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