Quegli orizzonti liberi dell'estate che aprono la mente

Quegli orizzonti liberi dell'estate che aprono la mente

E state. È il tempo degli orizzonti. È come se in questa stagione le persone sbrigliassero la vista e cavalcando lo spazio sbucassero di colpo in una vasta radura priva di inciampi. L'estate ci allunga la vista e l'orizzonte appare netto, mai così vicino. Mai così lontano. Uno scherzo ottico simile alla bolla d'acqua che si insedia nell'occhio mentre nuoti e grazie a questo «effetto lente» il mare improvvisamente ci svelasse i suoi segreti. L'estate è la fata Morgana stagionale che a sua insaputa allena il muscolo meno esibizionista che abita il nostro corpo.

Credo che solo la vicinanza con la natura possa scatenare voglie che l'inverno addomestica; è tempo di letture selvagge che siano stimoli mentali utili per scavalcare i limiti razionali che ci creiamo in città, lavorando e sottostando ai tempi marziali di giornate sempre uguali. La sopita animalità che ci pervade ha poche risorse per tornare «all'aperto» e riavvicinarci al luogo dove un tempo eravamo: quando facciamo l'amore, quando ci immergiamo nel mare, nel silenzio di una montagna, nell'attraversamento di un bosco. In queste occasioni, il sentimento animale, trattenuto e salvato nella nostra memoria, sembra sgorgare d'incanto per farci capire molto del tempo, dei confini mentali, dei limiti che non dovremmo porre. La convivenza sociale non può diventare una camicia di forza che comprime le nostre possibilità.

Ecco perché l'orizzonte: perché pur essendo una linea immaginaria ha avuto una influenza concreta nel corso dei secoli stimolando l'uomo ad andare oltre il Caos pur non sapendo nulla del proprio futuro e dell'ambiente che lo circondava ma diventando propulsore di curiosità istintuale nonché fautore di un insopprimibile concetto di limite, che è il contraltare del coraggio che ci spinge sempre oltre.

Recentemente ho letto questi versi:

Allineate, le isole, vicine per toccarle

ora, conosci la distanza ()

() animali domestici assaltano i campi.

Qui, le donne, portano in dote un secolo.

Leggendoli ho capito che questi sentimenti di scoperta, di avventura, questi paesaggi metafisici vorrei incontrarli nelle comunità, che tornassero a far parte delle nostre giornate per accendere la creatività e far sì che ogni essere umano sviluppi una visione dinamica e peculiare del mondo. Una idea singolare della vita da condividere con chi ci circonda.

È vero: molta è la fantasia in circolazione. Purtuttavia non credo che sia messa a frutto quotidianamente come potremmo anche perché l'implicazione materialistica la rende a tratti falsa e schiava del business.

Chi scopriva le terre che ci furono messe a disposizione da madre natura difficilmente anteponeva alla curiosità il fine di lucro. Chi, nell'antichità, si interrogava per appuntire il pensiero e spostarlo sempre più avanti - utilizzando l'intelligenza che ci fu messa a disposizione - difficilmente elucubrava affinché le idee derivanti costituissero poi frutto economico.

Per questo io credo che sia giunto il momento di sbrigliare le potenzialità infinite che albergano in ciascuno di noi; andare oltre i limiti personali e fare tutto questo per il puro piacere di utilizzare al meglio la più potente invenzione della quale abbiamo contezza: la mente umana.

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