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Quei 18 mesi di vittorie consecutive che tingono l'Italia di verdeazzurro

Dal 2018 espugnate sei Regioni prima in mano alla sinistra La conquista di Trento e di diciassette capoluoghi di provincia

Quei 18 mesi di vittorie consecutive che tingono l'Italia di verdeazzurro

Tra l'Europa e Roma la distanza è lunga. E in mezzo si trova l'Italia. Quell'Italia alla quale il centrodestra unito riesce ancora a parlare con una sola (e convincente) voce. L'ultimo turno elettorale in Sardegna ha confermato un andamento che da un anno e mezzo dice una cosa sola: la coalizione delle forze politiche di centrodestra piace sempre di più. Divise a Strasburgo (Forza Italia è nel Ppe, mentre Lega e Fdi hanno scelto la parte dei sovranisti) e a Roma (dove la Lega guida il Paese assieme ai grillini), le forze raccolte attorno a Berlusconi, Salvini e la Meloni sono maggioranza in tutto il Paese e sono riuscite a scalzare il centrosinistra (e segnatamente il Partito democratico) da ben 17 capoluoghi di provincia e sono altresì riusciti a conquistare ben sei regioni (quattro quest'anno e due nel 2018). Se fa rumore la vittoria a Cagliari, vano ricordati due risultati considerati dagli osservatori politici straordinari: la vittoria in Piemonte e in Abruzzo. Due regioni saldamente nelle mani del Pd che ora passano al centrodestra. In Abruzzo si è seduto sulla poltrona di governatore Marco Marsilio (Fratelli d'Italia), mentre in Piemonte Chiamparino ha dovuto cedere la tolda di comando nelle mani di Alberto Cirio (Forza Italia). Il risultato registrato ieri nel capoluogo sardo è direttamente legato a quanto accaduto lo scorso 24 febbraio quando sempre il centrodestra ha sfrattato il Pd dalla guida dell'isola. La coalizione di centrosinistra puntava su un cavallo di razza come Massimo Zedda (per otto anni sindaco di Cagliari). Per lui il Pd rinunciò anche all'idea di fare delle primarie. Ma Christian Solinas (Partito sardo d'Azione) trainato da una robusta coalizione di centro-destra ha infranto i sogni del Pd. Altrettanto rumorosa, anche se prevista, è stata la vittoria, lo scorso anno, in Friuli Venezia Giulia. Massimiliano Fedriga, fedelissimo di Salvini, ha schiacciato la concorrenza della governatrice uscente Deborah Serracchiani membro allora della segreteria renziana del Pd. Nello stesso 2018 anche il Molise ha cambiato guida. Ora è governato da Donato Toma di Forza Italia. Così come una coalizione di centro-destra ha consentito a Maurizio Fugatti (Lega) di conquistare la Provincia autonoma di Trento. E non sono soltanto le Regioni a mostrare la voglia di cambiamento. Come abbiamo già detto ben 17 capoluoghi di provincia negli ultimi 18 mesi sono passati dal centro-sinistra alla coalizione composta da Forza Italia, Lega e FdI. Cifre ragguardevoli che ridisegnano letteralmente le mappe del potere locale e dimostrano quanto centrato fosse il mea culpa pronunciato due giorni fa dall'ex ministro Andrea Orlando. «Il Pd - diceva l'ex Guardasigilli - ha perso la capacità di rassicurare e di offrire garanzie a cittadini».

Tra le tante roccaforti rosse espugnate Siena, Terni, Viterbo, Massa, Pisa e le recentissime Forlì e Ferrara (dopo 70 anni di governo di sinistra).

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