Quei 32 miliardi in liti fiscali Il tesoretto fa gola al governo

Oltre 400mila pendenze, emergenza in Cassazione C'è un piano per rottamare l'arretrato tributario

Quei 32 miliardi in liti fiscali Il tesoretto fa gola al governo

Se l'italiano è litigioso e intasa la macchina giudiziaria, quando si tratta di tasse dà il meglio di sé. E sulla Cassazione pesa «un macigno da 50 mila cause arretrate», denuncia il primo presidente della Suprema corte, Giovanni Canzio, all'inaugurazione dell'anno giudiziario tributario.

È una «vera emergenza», dice l'alto magistrato, con 4 ricorsi tributari su 10 nell'ultimo grado di giudizio e una durata media dei processi di 5-6 anni, per cui si stanno decidendo ancora quelli del 2010-2012. Canzio chiede a parlamento ed istituzioni «provvedimenti emergenziali», perché «la Cassazione civile non può diventare Cassazione tributaria».

Un appello appoggiato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo messaggio invita a «individuare gli strumenti per assicurare equità ed efficienza nell'esercizio della giurisdizione tributaria».

Per il governo risponde il viceministro dell'Economia, Luigi Casero. Spiega che per abbattere l'arretrato in tutti i gradi di giudizio si sta valutando l'ipotesi di «rottamazione» delle liti tributarie, sul modello di quella delle cartelle esattoriali già varata. Si pensa di istituire, proprio come chiedono le toghe, una sezione tributaria bis, composta da 50 giudici ausiliari e di alzare la soglia per la mediazione extragiudiziale delle piccole liti tributarie pendenti da 20mila a 50mila euro. La riforma organica delle commissioni tributarie le vorrebbe formate «da due giudici togati e uno no» e, per Casero, si dovrebbe anche sciogliere il nodo della loro dipendenza dal ministero dell'Economia.

La situazione descritta da Canzio è davvero preoccupante, con 11 mila nuovi ricorsi che arrivano in Cassazione dalle commissioni tributarie regionali, su 28 mila. Le liti dei contribuenti italiani con il fisco sono «a volte di scarsissimo valore», ma tutte insieme pesano per 32 miliardi di euro, in lieve calo rispetto ai 34 miliardi del 2015. Per la precisione sono oltre 460mila i processi tributari pendenti e aumenta il valore medio dei giudizi: 112.363 euro nelle Corti tributarie provinciali e 194.104 in quelle regionali.

Il primo presidente chiede al legislatore «un'equa soluzione» per abbattere l'arretrato e precisa: «Occorre muoversi su due versanti, da una parte con un intervento deflattivo forte che consenta chiusure negoziali del contenzioso e dall'altra con un rafforzamento dell'organico». Pensa, appunto, ad una sezione «bis» in Cassazione e al patteggiamento in appello. Bisogna correre ai ripari, anche se il presidente della giustizia tributaria Mario Cavallaro sottolinea il «forte recupero dell'arretrato, il 12%, percentuale quasi doppia» rispetto al 2015.

Sono troppe le controversie «inutili», dice Canzio, che chiede «un impegno forte dell'Agenzia delle Entrate e dell'avvocatura» per chiuderle. Il direttore delle Entrate, Rossella Orlandi, risponde che servono «sentenze pilota», non una giurisprudenza «altalenante». Comunque, sottolinea, sui ricorsi in Cassazione nel 2015-2016 «vinciamo 9 volte su 10».

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