Le carte sono coperte, ma non bisogna ignorare i segnali. Come quelli che arrivano dal mondo ex grillino e che covano sotto la cenere nei caotici gruppi parlamentari del M5s. Così accade che il numero due di Forza Italia Antonio Tajani fa un appello ai deputati e ai senatori del Gruppo Misto e dal caravanserraglio degli apolidi qualche ex pentastellato nicchia, non esclude di poter votare per Silvio Berlusconi al Quirinale. I tempi sono cambiati, perfino per chi è stato eletto in un partito che considerava il leader azzurro alla stregua di Belzebù. «C'è un folto gruppo di parlamentari, quelli del Misto, che non stanno in alcun partito e saranno decisivi», spiega Tajani a Repubblica. Grandi elettori che - conferma il coordinatore di Fi - «sono in contatto con i nostri parlamentari e dirigenti». «Ne abbiamo un numero piuttosto consistente. Poi parleremo anche con Renzi», annuncia il vice di Berlusconi. Si rivolge direttamente ai fuoriusciti dal M5s la deputata di Fi Renata Polverini in un'intervista al Fatto Quotidiano: «Eleggiamo Berlusconi per pacificare il Paese». Detto, fatto, nel pomeriggio arrivano mezze aperture da chi meno te l'aspetteresti. Due dei tanti ex Cinque Stelle iscritti al Misto parlano con l'Adnkronos e sono evasivi sull'ipotesi del Cav al Colle. Non è un no quello di Mara Lapia, deputata ora nella componente Centro Democratico. «Berlusconi? Sono sempre stata una parlamentare libera e voterò secondo coscienza», risponde l'ex grillina. Simile l'atteggiamento di Rosalba De Giorgi, che ha lasciato il gruppo del Movimento a Montecitorio a maggio dell'anno appena trascorso. «Io mi riservo di valutare la rosa dei candidati, i nomi che circolano. Non ho ancora un'idea precisa», le parole di De Giorgi. Che alla domanda su eventuali preclusioni verso Berlusconi risponde: «Valuterò quando sarà il momento».
Segnali che hanno un peso specifico ancora maggiore proprio alla luce della netta opposizione, prevedibile, di altri ex M5s confluiti nel Gruppo Misto. Prendiamo la deputata Alessandra Ermellino, nella componente del Centro Democratico come Lapia. «Il profilo di Berlusconi è incompatibile con il Quirinale», la risposta di Ermellino. «Se quello di Berlusconi è un nome votabile per me? No, per me no», taglia corto la deputata ex Cinque Stelle del Misto Maria Laura Paxia. È un no quello di Michele Sodano, deputato del Misto membro della componente di Alternativa, che però evoca possibili sorprese all'interno del Pd e tra i suoi ex compagni di partito. «I singoli parlamentari ragionano di mera utilità personale e di migliore offerta», attacca Sodano. Quindi aggiunge: «Non mi sorprende per nulla l'affermazione di Tajani, come non mi sorprenderebbe se, anche all'interno del Partito democratico e del 5 Stelle, ci fossero molti pronti a votare Berlusconi». «Da parte mia, e del gruppo di Alternativa - la conclusione - posso assicurare che Berlusconi non è un'opzione». Parole che confermerebbero le indiscrezioni che circolano da diverse settimane nel M5s. Sotto osservazione i tantissimi deputati e senatori per i quali la rielezione sarebbe un miracolo, pronti a vagliare tutte le opzioni sul tavolo del Quirinale, Berlusconi compreso. Franchi tiratori decisi ad abbandonare il partito dopo l'elezione del Capo dello Stato. Secondo alcuni bookmakers del M5s potrebbero essere «almeno trenta» gli stellati disposti a votare per il Cav. Il Movimento è descritto come nel caos totale. Nel bailamme dei rumors spunta pure il nome della senatrice a vita Liliana Segre come carta dei Cinque Stelle in funzione anti-Berlusconi, nonostante la stessa Segre abbia già detto di no pubblicamente a ogni suo coinvolgimento nella partita del Colle.
E il leader di Iv Matteo Renzi, nella sua Enews, infila il dito nella piaga: «Conte nei Cinque Stelle non controlla più niente. Avevo previsto la fine della leadership di Conte per il 2023, mi sbagliavo. Mi sbagliavo sui tempi, dico. Finirà molto prima».
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