
Nelle Marche manca poco al voto, e forse la scadenza elettorale che si avvicina è proprio l'elemento che ha correttamente suggerito alla procura di silenziare, al momento, l'indagine che vede il candidato del centrosinistra Matteo Ricci (nella foto) indagato per concorso (con altri 23) in corruzione per l'inchiesta "Affidopoli". Una indagine che verte, come chiarisce il nome, sugli affidamenti dati senza gara da Ricci, quando era sindaco di Pesaro, a due associazioni no profit che avrebbero così incassato oltre mezzo milione di euro, mentre l'europarlamentare ne avrebbe ricavato benefici in termini di appoggio politico. Dopo essere deflagrata a fine luglio, l'inchiesta è andata via via silenziandosi, mentre nel contempo molti nel centrosinistra oltre ovviamente allo stesso Ricci hanno cercato di derubricarne l'importanza, rimarcando come l'esponente dem non avrebbe avuto rapporti diretti con il titolare di queste associazioni. Ma la storia, a poche settimane dal voto che darà alle Marche un nuovo governatore, è tutt'altro che finita.
Tra le vicende sulle quali gli inquirenti hanno messo gli occhi, per esempio, c'è anche una cena elettorale del 12 aprile 2024 organizzata da Ricci con la sua associazione "Ungranbelpo'", fondata nel 2019 quando il politico dem era stato eletto primo cittadino (con una civica a sostegno che portava proprio quel nome), nella ex fiera di Campanara. Quella cena per finanziare la corsa verso le Europee era stata un successo: oltre 1.600 le prenotazioni per un posto a tavola, e ognuno dei partecipanti aveva versato una quota di 20 euro: fatti due conti, più di 30mila euro incassati in contanti, peraltro del tutto lecitamente. Il responsabile del catering, Marco Balducci della società Giustogusto, aveva presentato il conto per l'evento: 16mila euro. Sentendosi proporre dallo staff prima un pagamento in nero per contenere i costi (proposta rigettata) e poi il pagamento di un acconto di 11mila euro, con la promessa a quanto dice Balducci - che i restanti 5mila euro gli sarebbero stati fatti guadagnare con altri eventi "affidati" alla società di catering attraverso una fondazione controllata dal Comune. Che, in effetti, avrebbe fatturato alla Giustogusto quella cifra per un happening di Marina Abramovich e per altri appuntamenti minori. Solo che gli inquirenti ai quali Balducci ha riferito tutti questi particolari vogliono anche capire quando la società di catering è stata inserita nell'elenco fornitori della fondazione. Sospettando che la domanda accettata, ça va sans dire sia stata retrodatata a prima della famosa cena elettorale, per non destare sospetti.
Insomma, gli investigatori hanno materiale acquisito su cui lavorare. E potrebbero presto aver altre carte e bilanci da spulciare. Perché in questa storia c'è un'altra potenziale anomalia che riguarda proprio l'associazione Ungranbelpo', sulla quale i magistrati avrebbero spostato il focus. Motivo? Appena eletto europarlamentare, Ricci l'ha sciolta. Forse per evitare che, facendo riferimento a lui, neoparlamentare europeo, venisse equiparata a un partito politico, dovendo obbligatoriamente pubblicare statuto e bilancio? Chissà. Peccato che già nel lustro precedente quell'associazione guidata da fedelissimi di Ricci - fosse espressione di un esponente politico il sindaco, appunto e condividesse la sede con quella del Pd locale.
Ora gli inquirenti starebbero appunto valutando nuovi sequestri documentali, e starebbero cercando di capire se lo stop all'associazione non sia stato un modo per aggirare le norme sulla trasparenza ed evitare i controlli. Bene, dunque, la prudenza della procura per il rush finale della campagna elettorale.
Ma attenzione anche alla possibilità che, stante l'indagine in corso, il potenziale futuro governatore potrebbe essere raggiunto da un avviso di garanzia e da una eventuale misura interdittiva, con conseguenze dirette sulla governabilità delle Marche.