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Quelle 28 grandi opere che possono servire a fare ripartire l'Italia

Gelmini denuncia: 33 miliardi bloccati E propone di iniziare da dieci incompiute

Quelle 28 grandi opere che possono servire a fare ripartire l'Italia

«Modello Morandi» per rilanciare le infrastrutture italiane. Mariastella Gelmini mette in campo una proposta di legge per replicare la corsia preferenziale che ha portato ai tempi record della ricostruzione del Ponte Morandi e applicarla ad altre dieci infrastrutture strategiche. L'idea di fondo è che se è possibile costruire un' opera così delicata con questa velocità, saltando diversi step burocratici, allora si può percorrere la stessa strada scegliendo alcune opere fondamentali per il territorio.

«Il miracolo del ponte Morandi che sarà inaugurato a meno di due anni da quella terribile tragedia, è la dimostrazione che le cose si possono fare anche nel nostro Paese» spiega al Giornale Mariastella Gelmini. «E Forza Italia è pronta a depositare in Parlamento una proposta di legge per replicare il modello Genova per dieci infrastrutture strategiche. Qualcuno Renzi - parla di Piano shock: eccolo il vero piano shock. Anche perché Renzi dimentica che è stato il suo governo a varare il Codice degli appalti che sta bloccando tutto; ed è stato sempre il suo governo a varare le formidabili analisi costi-benefici. Noi ci proponiamo di saltare la burocrazia, prendiamoci delle responsabilità. La politica è fare. E di fronte alla drammatica inadeguatezza delle nostre infrastrutture possiamo e dobbiamo agire con la logica dell'emergenza che è stata alla base del successo del Ponte Morandi».

Aggiunge Gelmini: «Non è un'emergenza in una fase di grave stagnazione economica cantierare 33 miliardi di euro bloccati per 28 grandi opere? Il nostro modello è quello della Legge Obiettivo che il presidente Berlusconi volle nel 2001 e che ha dato risultati straordinari: dopo quella legge è stata la palude. Dobbiamo dimostrare agli italiani che per fare le cose non occorrono i morti o i terremoti, ma i commissari». Così «scegliamoli fra i prefetti con un'onorata carriera alle spalle» conclude Mariastella Gelmini, «e non ci accuseranno di voler favorire politici trombati (anche se Bucci a Genova ha fatto benissimo)».

D'altra parte, calcola Forza Italia, bloccare le opere porta a una perdita di 418mila posti di lavoro, determina il blocco di 32,2 miliardi per 28 grandi opere e di altri 125 per opere minori e mette 20 grandi imprese edili di fronte alla rischio di fallimento. La deputata azzurra Matilde Siracusano plaude alla proposta Gelmini e propone un caso esemplificativo di un'opera bloccata da troppo tempo. «In Sicilia nell'ormai lontano aprile del 2015 è crollato, in un tratto dell'autostrada A19 Palermo- Catania, il viadotto Himera, a Scillato, in provincia di Palermo. Un'infrastruttura fondamentale per collegare le due città più grandi dell'isola. Sono passati quasi cinque anni dal crollo e ancora non si vede la luce. La ricostruzione è ferma, il presidente Musumeci chiede giustamente tempi certi. Occorre un sussulto. Bene la proposta della mia capogruppo Gelmini: Genova è una dimostrazione plastica di come la reale volontà politica possa essere determinante per fare le cose presto e bene. Facciamole in tutta Italia, e anche in Sicilia». Se Federica Zanella fa notare che «sburocratizzare le opere infrastrutturali e snellire le procedure deve diventare la regola e non può avvenire solo in momenti di emergenza», per Marco Marin «la costruzione del Viadotto di Genova dimostra che gli italiani sono in grado di accettare e vincere le grandi sfide. Ora serve un'operazione verità sulle infrastrutture: come dice Mariastella Gelmini sono troppi i cantieri fermi.

Peccato che il socio di maggioranza del governo sia il M5S che è capace di dire soltanto no».

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