Coronavirus

Quelle penne disoccupate senza sport...

Lo stop dello sport ferma anche le penne del giornalismo sportivo

Quelle penne disoccupate senza sport...

Più che disoccupato sono preoccupato. Dice: lo sport è fermo, dunque che altro vogliono sti giornalisti sportivi, di fogli, radio e tivvù? La smettano di considerarsi l'ombelico del mondo, si diano una calmata, lascino spazio agli altri settori così liberi di riempire pagine e pagine, con i resoconti e i commenti più eccitanti su sottosegretari, portaborse, portavoce, consiglieri, consigliori. Senza scadere nella buffa e stupida retorica del week end senza week end, qui si tratta di chiarire chi fa chi e chi fa cosa. La forza lavoro e l'ex personale viaggiante delle redazioni sportive rischia di transumare altrove. Vi piacerebbe! Ma così non è. La premessa acida tenta di difendere la casta che, visti i decreti, hanno visto cancellate le partite di football, rinviate le sfide di campo e da bar, sospese le polemiche su arbitri e Var, inutile discutere sul pit stop, insomma non c'è più la polpa dei giorni belli. Ma è una falsa notizia. Avviso ai naviganti e ai direttori di giornali, radio e tivvù: lo sport non si ferma affatto. L'Italia non è il mondo.

Esempio, anche grottesco: in Inghilterra le corse ippiche non hanno sosta, ieri si è galoppato a Newcastle e a Wolverhampton, davanti a tribune gremite. Venerdì, per l'ultima giornata del festival ippico di Cheltenham segnalati 68.858 presenti, con un calo, rispetto all'edizione dell'anno precedente, di 2734 unità, ma nella quattro giorni di corse si è raggiunto un totale di oltre 250mila spettatori. Non è finita: si è giocato nel campionato di calcio semipro, a Dover, Bradford, Chester, migliaia di inglesi niente affatto raggelati dal discorso di Boris Johnson, moriranno molti sudditi del Regno ma in piedi, in un ippodromo, in uno stadio. Idem in Serbia: il 26 aprile si terranno le elezioni parlamentari politiche e il presidente Vucic vuole tenere caldo il popolo di Belgrado e dintorni. Idem in Russia, Putin non ferma il calcio anche se i club di Mosca galleggiano distanti dallo Zenit di San Pietroburgo. Si può anche sopravvivere all'assenza del grande sport dalle nostre parti, tra Champions League e tornei nazionali, ma il lavoro non manca, le storie pure, legate, purtroppo, anche al virus che si allarga dovunque. In verità si vivono momenti di smarrimento, accendendo il televisore risulta inutile la ricerca di una partita contemporanea, ci si trastulla con il passato, una cineteca di ricordi che occupa giorni fortunatamente vuoti di enfasi, di strilli curvaioli e, purtroppo, pieni di silenzio. Ma giusto il tempo di organizzare il futuro prossimo.

Quando torna in campo la serie A? Quanto rientra Ronaldo? Che fine ha fatto Balotelli? Informate il Direttore, non molliamo mai.

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