Cronache

Quelle ultime ore nella sua Torino, la famiglia e i rischi di una nuova faida

Moncalvo: "La figlia vorrà la rivincita". Domani i funerali a Villar Perosa

Quelle ultime ore  nella sua Torino, la famiglia e i rischi di una nuova faida

Nata principessa, vissuta da regina e morta da icona, Marella Agnelli, donna Marella come era chiamata da tutti si è spenta ieri mattina nella sua casa di Torino. I suoi ultimi giorni sono stati di silenzio e agonia, fine ineluttabile di una vita passata senza clamori, ancor più negli ultimi anni, dopo che l'Avvocato era morto e lei era rimasta sola ad amministrare l'impolverarsi gentile della sua inarrivabile eleganza.

I pochi che potevano dire di conoscerla saranno ai funerali celebrati domani in forma privata a Villar Perosa dal vescovo di Pinerolo Derio Olivero. Gli altri sembrano accorgersi solo ora di quanto sia stata importante questa donna sottile, di una bellezza così poco italiana. La ricorda così suor Giuliana Galli, che di Marella fu grande pur se tardiva amica: «Ho conosciuto Marella Agnelli una ventina di anni fa in occasione di due mostre che facemmo insieme, un po' contrastate per l'epoca, una che ritraeva gli ospiti del Cottolengo, un altra con volti di persone che venivano da lontano». Due esposizioni che dimostravano il coraggio di una donna «che sapeva prendere posizione anche su temi che non andavano di moda». La conosceva bene anche il conte Gelasio Gaetani Lovatelli dell'Aquila d'Aragona, amico del figlio Edoardo: «Marella faceva parte della mia famiglia. Era un'amica d'infanzia di mia madre, Lorian Franchetti. Donna colta, bellissima, di grande eleganza ed educazione. Oggi non esistono più donne come lei».

Piange Marella la squadra della Juventus, che agli Agnelli ha legato un pezzo importante della sua storia e che oggi a Bologna giocherà con il lutto al braccio. Il tecnico Massimiliano Allegri, nel corso della conferenza stampa prepartita, dedica un pensiero per Donna Marella. Alessandro Del Piero, che della Juve è stato un simbolo, se la immagina «già a passeggio con l'Avvocato, in uno di quei magnifici giardini in cui amava rifugiarsi e di cui si prendeva cura». E Luciano Moggi, ex direttore generale della società bianconera, si dice addolorato perché «nutro un grande rispetto nei confronti dell'Avvocato e della sua famiglia».

Tante le voci. «Era una donna molto riservata, vivevamo in mondi separati», il rispettoso ricordo del novantacinquenne Cesare Romiti, dal 1976 al 1998 prima amministratore delegato e poi presidente del gruppo Fiat. E il successore di Romiti Paolo Fresco: «Ho molto ammirato Marella Agnelli. Non posso dire di averla conosciuta bene perché era una persona riservata. Eppure la sua presenza si sentiva, si imponeva, perché aveva un carisma, una personalità forte». «Bellissima, eterea, sembrava una farfalla multicolore», dice aulica l'amica Giulia Maria Crespi, presidente onoraria del Fai, che Marella contribuì a creare. «La ricordo come una donna di rara gentilezza e di grande discrezione. Non una condizione imposta ma una scelta voluta e custodita», dichiara Piero Fassino, ex sindaco di Torino e parlamentare del Pd. E l'attuale sindaco Chiara Appendino: «È stata una figura che negli anni, per il nostro Paese e non solo, ha rivestito un ruolo importante nel mondo dell'arte e della cultura».

Ci offre un altro sguardo Gigi Moncalvo, giornalista e «biografo» non ufficiale degli Agnelli-Caracciolo, a cui ha dedicato tre libri: «La fase che si apre da oggi potrebbe essere quella della rivincita di Margherita Agnelli. Lei che finora è stata esclusa da ogni ruolo, è probabile che andrà ad una sorta di regolamento dei conti famigliare». Secondo Moncalvo la seconda filia di Marella potrebbe rivendicare tutto quello su cui la madre aveva l'usufrutto su disposizione di Gianni Agnelli.

Non certo bazzecole.

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