Sorpresa: il mercato brinda alle brutte notizie su Autostrade. Prima il «mea culpa» di Gilberto Benetton, uno dei fondatori del gruppo, nella sua prima intervista dal crollo del ponte Morandi uscita ieri in edicola sulle pagine del Corriere della Sera. Poi nel primo pomeriggio la notizia dell'iscrizione sul registro degli indagati anche della società Autostrade per l'Italia. Eppure il titolo della capogruppo Atlantia ieri ha messo il turbo in Piazza Affari chiudendo la seduta con un balzo del 5,55% a 18,16 euro. Oggi Autostrade è il pianeta più grosso della galassia Atlantia, il cuore che pompa i flussi di cassa: da sola fa 3,9 miliardi di ricavi e genera 2,4 miliardi di marginalità. Perché tanto entusiasmo? A spingere le quotazioni, sostengono alcuni analisti, sono state le parole del premier Giuseppe Conte, che in un'intervista ha detto che dopo il crollo del ponte Morandi «la nazionalizzazione non è l'unica risposta. Valuteremo anche questa soluzione ma non possiamo escludere allo stato che si faccia una nuova gara». E ad alimentare gli acquisti è stato un report di Morgan Stanley che indica 22 euro come prezzo obiettivo mentre in giornata l'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia e di Atlantia, Giovanni Castellucci, ha incontrato gli investitori a Milano all'Italian infrastructure day di Borsa Italiana.
Nelle sale operative c'è anche chi scommette che il Tesoro stia sondando una sorta di mini nazionalizzazione fatta attraverso l'ingresso della cassa Depositi e Prestiti benché nei giorni scorsi il ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, abbia assicurato che Cdp «non entrerà mai nell'azionariato di Atlantia» smentendo rumors già circolati su un presunto Piano B. Ovvero uno scenario estremo legato all'eventuale revoca delle concessioni che prevederebbe anche il coinvolgimento della Cassa.
Due linee si stanno confrontando nel governo sulla concessione di Autostrade e la ricostruzione del ponte di Genova. Il M5S e il ministero delle Infrastrutture, guidato da Danilo Toninelli, vogliono la revoca immediata della concessione ad Aspi, tramite decreto legge, affidando subito dopo la ricostruzione del ponte a un soggetto pubblico ovvero Fincantieri controllata da Cdp. Questo farebbe immediatamente decadere il contratto e la concessione. Ma molti tecnici del governo ritengono questa tesi a forte rischio contenzioso. Il sottosegretario, Giancarlo Giorgetti (Lega) vorrebbe, invece, avviare la ricostruzione rapida del ponte in deroga al Codice appalti, ma mantenendo la regia da parte di Aspi (come da convenzione vigente) proseguendo, nel frattempo, la procedura di revoca secondo la convenzione Aspi.
La speculazione, intanto, ne approfitta. Nonostante il recupero di ieri, però, il titolo Atlantia resta in calo del 28% rispetto al 13 agosto, il giorno prima della tragedia di Genova, quando ha chiuso la seduta a 24,8 euro.
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