Da più di dieci anni resiste la moda un bel po' ipocrita di chiedersi come sarà il «dopo Berlusconi», sia fra chi lo vorrebbe, sia fra chi non se lo augura. Berlusconi stesso si è sempre fatto un vanto della sua (quasi) invulnerabilità aveva riadattato a sua immagine la storiella di quel tale che superava una dopo l'altra le disgrazie più micidiali, riuscendo sempre a farcela. Berlusconi avvertiva che la storiella andava per le lunghe, finché uno dei presenti chiede: E poi? Come finisce?. «Finisce - dice il narratore - che l'abbiamo dovuto abbattere». E lui non l'ha abbattuto nessuno, malgrado le prove micidiali.
Del resto, non esiste nella politica europea e di alcuna altra democrazia una biografia simile a quella di quest'uomo che dopo essere «sceso in campo» vincendo subito, ha subito dovuto affrontare un fuoco giudiziario privo di prove e statisticamente assurdo, seguitando a resistere e tornare a vincere, malgrado decine di processi finiti in nulla (salvo uno che è sotto l'attenzione della Corte di Strasburgo). Così, l'unico «dopo Berlusconi» alla fine è lui, Berlusconi stesso, «the last man standing» l'ultimo rimasto in piedi. Così è inevitabilmente nata l'idea della sfida per, la Presidenza della Repubblica.
E tuttavia, molti suoi amici più vicini si dichiarano presi di contropiede, come Fedele Confalonieri che dichiara il suo ammirato stupore, lo racconta Francesco Verderami sul Corriere della Sera, ammettendo: «Tutti lo davano per morto e invece si è ripreso una centralità politica su cui nessuno avrebbe scommesso».
Per quel po' che lo conosco, sono tra quelli che hanno sempre pensato che il Quirinale sarebbe stata la sua grande ultima battaglia. Quello che non si poteva prevedere, qualche anno fa, è che alcuni assist importanti gli sarebbero venuti dal Partito popolare Europeo di cui è membro eletto al Parlamento Europeo, sia perché considerato un ex Primo ministro con il record di esperienza e poi perché considerato il più abile mediatore nell'Unione, grazie alle sue relazioni ben coltivate con molti grandi della Terra e con il presidente russo Vladimir Putin in una fase piena di rischi nel continente europeo.
Tono Lòpez, segretario del Ppe, mi ha detto: «E oltre ad essere un grande statista è una pop star: le folle negli aeroporti si spostano in massa per vederlo e fotografarsi con lui, in
un momento in cui la politica ha bisogno di massimo consenso». E concludeva: «In Europa non è mai esistita la leggenda del dopo Berlusconi, mentre è sempre stupefacente quella della sua vitalità e capacità di sorprendere».
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