Questa è l'era dell'accidia. La passione indifferente così triste, così moderna

Una colpa che si insinua lentamente ed è propria di chi ha provato tutti i piaceri

Questa è l'era dell'accidia. La passione indifferente così triste, così moderna

Ed eccolo arrivare, giustamente per ultimo, il più strisciante dei peccati. Del resto l'accidia è pigra e svogliata in modo ontologico.

E ben lo spiega lo psicanalista e filosofo Sergio Benvenuto nel volume in allegato con il nostro quotidiano da questa settimana: Accidia. La passione dell'indifferenza.

Del resto ben prima di diventare un vizio per i cristiani l'accidia era una colpa insopportabile per gli antichi greci e ancor di più per gli antichi romani. In greco antico il termine acedia stava proprio a indicare uno stato di inerzia, una indifferenza malinconica che portava all'inazione. Quindi qualcosa di ben diverso dal distacco del filosofo stoico. Distruttiva la prima, nobile il secondo. Figurarsi poi l'opinione dei romani «per bene» per cui l'otium era tempo dedicato allo studio (e già certuni come Catone non lo vedevano troppo di buon occhio).

Chiaro che con queste basi i grandi pensatori cristiani non ci abbiano messo molto a considerare questo peccato tra i peggiori. Tommaso d'Aquino la definì, in breve, come il «rattristarsi del bene divino», un male che in genere degenera rapidamente nell'inerzia dell'agire in favore di questo bene. In modo meno sofisticato ma più diretto Jacopone da Todi: «L'Accidia una freddura,/ ce reca senza mesura,/ posta 'n estrema paura,/ co la mente alienata».

Ma alla fine vien da chiedersi se quest'ultimo vizio non sia più che altro un vizio dei nostri tempi. Si potrebbe pensare il contrario, visto che le nostra società è sempre più dinamica e interconnessa. Eppure, forse, questo nostro amore per il virtuale, per evitare ciò che è contatto diretto con la realtà è una forma di accidia, la più subdola. Alla fine accidia fa spesso rima con noia e tendenza a lasciar perdere.

E voi quanta noia vedete riflessa dagli schermi dei cellulari? Potrebbe aver ragione Pascal: «L'accidia è la risultante dell'alterazione degli umori in presenza di deprecabili azioni morali tipiche di chi, avendo abusato del piacere, si trova nell'impossibilità di desiderare». Insomma è colpa da edonisti a fine corsa.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica