"Questa qui è casa mia E dopo i campi rom via pure i centri sociali"

Salvini riparte dal Sud e denuncia il sindaco Bossi critico: «Così sfascerà il Carroccio»

"Questa qui è casa mia E dopo i campi rom via pure i centri sociali"

«Complimenti a Luigi De Magistris». Finisce con un plauso sarcastico all'ex pm divenuto sindaco di Napoli la movimentata giornata partenopea di Matteo Salvini, segnata da pesanti scontri e incidenti provocati dal corto ostile alla visita del leader leghista. «Napoli va ripulita dai quattro delinquenti che sono in giro a fare casino», dice, sentendosi «con il cuore insieme alle ragazze e ai ragazzi delle forze dell'ordine che per 1.200 euro al mese stanno rispondendo a gente in piazza per devastare. Complimenti a De Magistris». E, giusto per rimarcare la volontà di insistere con l'avanzata verso sud del Carroccio, ecco che il leader leghista, che ieri ha tenuto il suo discorso alla mostra d'Oltremare, rilancia: «La prossima manifestazione la facciamo in piazza del Plebiscito». A chi lo definisce «persona non gradita» al Sud, risponde che «Napoli è casa mia, Milano è casa mia, Venezia è casa mia. Non c'è piazza che non ci possa ascoltare», anche perché «il futuro dell'Italia è il rispetto delle diversità nel Paese». Quanto agli scontri, dice ancora dal palco, «qui ci sono uomini, fuori i caporali. Qui ci sono uomini, fuori i quaquaraquà. Quando andiamo al governo nel nome del buon senso - avverte - quando abbiamo finito di sgomberare i campi rom cominciamo con i centri sociali». Centri sociali spesso in sintonia con il primo cittadino, e che ieri hanno messo a ferro e fuoco il centro del capoluogo partenopeo. «Mi dispiace che Napoli abbia un sindaco del genere - ringhia Salvini - mi dispiace per i politici che negano democrazia e libertà di pensiero e di parola». Al numero uno del Carroccio «fare casino e occupare, minacciare e usare violenza» non interessa, perché «non è politica». «A me interessa parlare alla gente che c'è in questa sala e ai milioni di italiani e napoletani che sono fuori da questa sala e non credono più a Renzi, De Magistris, Emiliano e Gentiloni». Infine, altra stilettata contro gli «antagonisti», per i quali «il problema non è la Camorra, ma Salvini». «Mi piacerebbe - ha spiegato il segretario della Lega Nord - che i conigli dei centri sociali fossero scesi in piazza contro la Camorra, ma forse hanno paura perché qualche mamma o papà con la camorra ci campa». Nessun commento sulla «compagnia circense» del Pd e sul tema primarie, aggiunge, perché «oggi sono qui a parlare di fatti concreti e non mi interessa parlare di primarie, di secondarie e di scissioni. Mi interessa che dicano prima gli italiani. Chiunque si vuole alleare con la Lega lo dica, non mi interessano le altre menate».

Ma è il fondatore del Carroccio, Umberto Bossi, a bocciare la calata al Sud. «Sono un po' depresso», sospira Bossi commentando il «suo» segretario che «porta la Lega a Napoli, capitale di Pulcinella». «L'ho fatta io la Lega: mi dispiace vederla andare a scatafascio».

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