Lo Stato non pensa al futuro dei giovani

Lo Stato non pensa al futuro dei giovani

L'Associazione nazionale dei medici in formazione specialistica ha comunicato che migliaia di laureati in medicina non avranno la possibilità di accedere alle specializzazioni perché lo stanziamento promesso per le borse aggiuntive nel 2018 non è stato approvato dalla Commissione Bilancio. Entreranno soltanto quelli che al concorso otterranno un punteggio elevatissimo. Ragazzi resilienti che di fronte a una società che non s'impegna per loro hanno deciso di forzarsi al massimo invece di arrendersi. «L'Italia investe in modo insufficiente, assai meno nell'università e nella ricerca rispetto agli altri paesi industrializzati, ma il livello di formazione è in generale molto buono e i giovani che hanno frequentato con successo le nostre facoltà sono apprezzati anche all'estero, non sfigurando nel confronto con i colleghi europei» dice Pietro Pietrini, direttore della Imt Alti Studi di Lucca. La Imt è una delle 6 scuole a ordinamento speciale in Italia. Ha come missione l'istituzione di corsi di dottorato di ricerca e attività di formazione post-dottorale sui temi dell'innovazione sociale, istituzionale, economica e tecnologica.«Riceviamo ogni anno centinaia di domande da ogni parte del mondo dimostrando che anche in Italia si possono attrarre risorse e non soltanto inviarne. Gli allievi che si metteranno alla prova con progetti coraggiosi e innovativi avranno gli strumenti per affrontare al meglio le loro sfide», annuncia Pietrini. Finito il dottorato di ricerca i più brillanti e motivati potranno accedere ai finanziamenti per l'inserimento nel mondo del lavoro anche attraverso stage internazionali. Accanto a questa realtà che funziona permane un sistema universitario in cui la carriera accademica e la ricerca sono attività permesse soltanto ai pochi vicino alla casta, anziani baroni che detengono lo scettro del potere. «All'estero c'è un meccanismo di verifica per cui le università sono più autonome, con sistemi di concorso efficaci che permettono di selezionare le menti più brillanti e meritevoli. Un sistema di rendicontazione, l'accountability, che da un lato autorizza a scegliere in autonomia, dall'altro punisce chi sbaglia sollevandolo dall'incarico insieme al professore o al ricercatore amico che si dimostrerà un fallimento». La Confindustria punta il dito anche contro un sistema che spinge alla fuga dei cervelli che provoca una perdita di capitale umano e abbassa il potenziale di sviluppo. «Se un giovane va all'estero, non è un cervello in fuga ma un cervello in formazione, che investe su se stesso e sul proprio futuro» spiega Pietrini.

I nostri giovani dovrebbero andare e tornare arricchiti di nuova esperienza e invece molto spesso insieme al cervello parte anche il cuore. Sono storie che raccontano anni di frustrazioni e delusioni in cui è maturata l'idea di fuggire per cercare non soltanto uno spazio per la propria creatività ma una soluzione all'esclusione e alla rabbia.

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