Michela Murgia ha esposto alla berlina Raffaele Morelli per aver detto che la donna, regina della forma, suscita desiderio, e guai, ha aggiunto, se non fosse così. È diventato politicamente scorretto associare alla donna la femminilità, come se non fossero due lati di una stessa medaglia che attrae il genere opposto. Ancora più scandaloso per le femministe il fatto che lo psichiatra abbia osato sostenere che non c'è lavoro che soddisfi una donna se non è appagata anche la sua femminilità. E come se non bastasse a indispettire le fautrici del gender fluid il medico ha ricordato che alle donne piace un abito che dona. È misogino e sessista, dice la Murgia, mentre in trasmissione veste una maglietta che lascia ben poco all'immaginazione. Guardando le foto che la ritraggono appare spesso con una profondissima scollatura da cui emergono seni molto prosperosi. Non è facile né comodo indossare abiti siffatti ma sono conturbanti, capaci di riaccendere i sensi di chi guarda, perché è inevitabile che accada davanti a un seno esposto. Lo sanno i pittori e gli scultori, lo sa anche la Murgia, che il seno nudo trasforma la donna in un soggetto erotico e non c'è nulla di peccaminoso o di sbagliato. Morelli ha detto che le donne sono sensuali, che suscitano desiderio, che desiderano d'essere desiderate, esattamente come la Murgia quando si esibisce in pubblico con il vedo, moltissimo, e il non vedo. Nulla di criticabile nell'atteggiamento della conduttrice ma neanche in quello dello psichiatra. È stato provocato affinché ribadisse concetti che oggi sono messi in discussione da chi vorrebbe eliminare le differenze tra uomini e donne vivendole come discriminatorie di un presunto individuo senza genere. Per avere pari opportunità la donna dovrebbe rinunciare ai simboli della femminilità, essere un uomo in tutto e per tutto. Non si auspicano le pari opportunità per la donna in quanto donna ma per una donna che si privi della sua identità. È mal tollerato il simbolo della madre o della compagna di un uomo con cui ci sia una relazione fondata sul rispetto delle rispettive prerogative. Non si dica che le bambine amano giocare con le bambole e i bambini con le macchinine perché si rischia la condanna per sessismo e misoginia, il pubblico ludibrio come è capitato a Morelli. Le donne dovrebbero essere fiere della loro capacità di organizzare il mondo in modo più flessibile degli uomini.
Sono capaci di essere contemporaneamente donne e madri incarnando Afrodite, la dea sensuale della generatività e creatività che ammansisce la rabbia, e lavoratrici assertive quando sono Atena la dea della saggezza, delle arti e della determinazione strategica. Morelli che ha perso la calma e attaccato il telefono alla Murgia aveva le sue sacrosante ragioni.
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