Politica

L'ideologia di pochi sull'omofobia

La sconfitta sul disegno di legge Zan dovrebbe insegnare alla sinistra non soltanto la necessità di un confronto tra i suoi parlamentari ma soprattutto quello con la realtà culturale degli italiani che vorrebbe rappresentare.

L'ideologia di pochi sull'omofobia

L a sconfitta sul disegno di legge Zan dovrebbe insegnare alla sinistra non soltanto la necessità di un confronto tra i suoi parlamentari ma soprattutto quello con la realtà culturale degli italiani che vorrebbe rappresentare. Il relatore e i suoi supporter hanno sostenuto si trattasse di una legge a tutela delle persone che subiscono discriminazione omotransfobica, accusando i detrattori di essere contrari alla difesa di omosessuali e transessuali. Pensavano che agli avversari sarebbe sfuggita la portata dei significati contenuti nell'articolo 1 che definisce l'identità di genere come l'identificazione percepita e manifestata di sé, anche se non corrispondente al sesso biologico. La disputa in corso riguarda l'eliminazione o la conservazione di un modello binario, culturalmente diffuso, che prevede l'associazione tra sesso anatomico e identità sessuale. Finanche una parte della stessa sinistra non ha visto civilizzazione ma caos nella spinta alla liquidità sessuale verso cui vorrebbe andare, anche attraverso Zan. Normalizzare la possibilità di vivere in società nei panni del sesso opposto perché ci si percepisce soggettivamente così, senza una diagnosi di disforia di genere e un supporto medico e psicologico crea confusione identitaria e favorisce l'instabilità delle persone, soprattutto degli adolescenti che ancora sono alla ricerca della loro identità. Con il disegno Zan la sinistra ha fatto lo stesso tentativo già provato con la legge sulle unioni civili, che comprendendo la stepchild adoption, poi stralciata, apriva le porte all'utero in affitto, nel nostro paese illegale. Se avessero stralciato l'articolo 1 con molta probabilità la legge Zan sarebbe stata approvata e invece prepotentemente e in contraddizione con i valori ancora prevalenti nella società voleva imporre una visione di un gruppo sparuto di potere, che questo potere si è dimostrato non possedere. La legge deve ispirarsi all'insieme di valori, tradizioni e costumi di una società, ai suoi modelli etici e alle regole di comportamento caratteristiche dei luoghi in cui si legifera.

Quando gli italiani hanno voluto le leggi sul divorzio e sull'aborto le hanno ottenute nonostante i veti religiosi ma ora a quanti di loro alletta l'idea di eliminare i simbolici madre e padre per trasformarli in genitori asessuati da chiamare uno e due? Quanti sono ad approvare l'utero in affitto per creare in laboratorio un bambino da vendere al miglior offerente anche se sarà un uomo che lo priverà della madre? Le leggi che riguardano gli archetipi dell'umanità devono tener conto di strati ampi di popolazione e non delle ideologie di pochi usate strumentalmente a scopi elettorali.

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