Paura per la variante del Covid-19, che a Londra chiamano «mutation»; e un lockdown che pesa sulla vita economica e sociale della Gran Bretagna. L'arcivescovo di Londra, il cardinale Vincent Nichols, racconta come si prepara l'Isola alle feste di Natale, con la nuova incognita della variante britannica del coronavirus. «Ci troviamo ad affrontare un lockdown duro, con le difficoltà causate dall'aumento della diffusione del Covid-19, soprattutto con la variante riscontrata recentemente».
Come state vivendo il lockdown?
«L'isolamento è molto duro per tanta gente: isolati dai propri cari, niente saluti, abbracci e baci; isolati coloro che si trovano in casa di cura e ospedali; dovremo rinunciare anche alle tradizionali celebrazioni di Natale. Eppure, nonostante questa forte tristezza, arrivano - quasi come regali di Natale - i tanti gesti di gentilezza e solidarietà verso le persone più sole e più bisognose».
Quest'anno il Natale sarà davvero insolito: niente messa di mezzanotte e misure rigide anche nelle celebrazioni. Che messaggio dobbiamo trarre?
«Le chiese, ringraziando Dio, sono aperte e possiamo celebrare ogni giorno. Lo faremo anche a Natale. Anche se mancheranno i canti! Questa pandemia ci dice di tornare all'essenziale. E ci insegna ad affrontare le difficoltà come ha fatto Gesù».
Anche Gesù, venendo nel nostro mondo, ha affrontato tanti ostacoli. Non c'era posto per loro nella locanda, e oggi i nostri alberghi sono vuoti. Questo fa soffrire.
«Ancora, Gesù è stato costretto a fuggire lontano da casa per ordine delle autorità romane. Anche noi siamo obbligati a restare nelle nostre case e non possiamo stare insieme ai nostri cari. La sua venuta è stata segnata da numerose difficoltà. Anche noi, sul suo esempio, dobbiamo guardare con speranza e fiducia al futuro, Egli è con noi in ogni difficoltà che affrontiamo».
Guardiamo alla fine del tunnel. C'è un messaggio di speranza che vuole inviare?
«Ogni crisi è un bivio. Ora, in questi giorni, stiamo preparando la strada da seguire per superare questo momento terribile.
Le vie da percorrere sono quelle della bontà, non dell'ostilità o dello scontro; la via della solidarietà per i meno fortunati; la via della giustizia e della generosità, affinché nessuno resti escluso dal calore dell'amore. Siamo noi i protagonisti di questa speranza. Cominciamo da oggi, impariamo dalla pandemia e convertiamo il nostro cuore verso il bene. Che Dio vi benedica, per un Natale di pace e gioia».
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