
Roma. Onorevole Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, a che punto si è con le domande per quota 100?
«Sono state presentate circa 80mila domande in un mese. Con Ape social, opzione donna e precoci raggiungiamo i 100mila lavoratori. Sono cifre superiori alle aspettative iniziali ma in linea con i dati contenuti nella relazione tecnica dell'Inps al decreto».
C'è da temere per la sostenibilità?
«I soliti grandi economisti erano titubanti. Pensavano che non ci sarebbe stata un'adesione massiccia e che solo il 50-60% degli aventi diritto avrebbero presentato domanda. Così si va verso il 90-100% della platea. Non è un problema: è il famoso sblocco del mercato del lavoro, ingessato per troppi anni. Il ricambio generazionale è determinante per far ripartire la produzione interna delle stesse aziende e per renderle più efficienti».
La Commissione Ue è critica perché abbassare l'età di pensionamento comporta maggiori oneri per lo Stato.
«Le risorse stanziate per quota 100 ammontano a circa 22 miliardi in tre anni. Comprendo che ogniqualvolta si affronti il sistema pensionistico non si guardi al lato umano delle persone, usurate dal lavoro, ma anche guardando i conti ci sono termini di paragone per far vedere come il provvedimento sia sostenibile».
Quali?
«Le otto salvaguardie della Fornero sono costate 12 miliardi e hanno coinvolto circa 180-190mila persone. Il bonus del governo Renzi costa 10 miliardi l'anno e siamo già a 30 miliardi».
Non c'è rischio che i posti liberati dai pensionandi non si riempiano per la mancanza di personale qualificato o perché quelle funzioni sono meno utili ai processi produttivi?
«Con quota 41 avremmo avuto una platea di 800mila persone. Abbiamo scelto quota 100 per contingentare e per puntare a quota 41 fra tre anni. Quota 100 coinvolge 350mila persone ed è un numero adeguato anche al ricambio di competenze. Non è una formula assistenziale ma adeguata a rinvigorire le casse delle aziende. Si toccano tre aspetti fondamentali: le persone che possono andare in pensione prima perché hanno dato tutto, le aziende che possono assumere qualcuno che costa meno e ha competenze innovative oppure che possono investire per diventare più competitive.
Non sono stati fugati i dubbi sul sistema dei controlli per il reddito di cittadinanza che è la materia più «spigolosa» per la Lega.
«Il reddito era partito come una forma di assistenzialismo puro. Abbiamo inserito incentivi alle assunzioni di queste persone che altrimenti non fuoriuscirebbero mai dal sistema. Abbiamo inserito alcuni controlli sperando che tutto sia compatibile con il dettato costituzionale. Siamo pronti a vigilare attraverso l'Ispettorato generale del Lavoro e la Guardia di Finanza. Questo può limitare molto i furbetti».
A che punto si è sulla nomina dei vertici Inps?
«Tra oggi e domani si
deciderà dei subcommissari. Nel decreto presenteremo emendamenti sulla governance. Siamo felici perché abbiamo ridato collegialità all'ente più grande d'Italia, perché non era giusto che ci fosse una persona sola al comando».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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