Da Lazzaretto del mondo, insieme con Cina e Corea del Sud, il nostro Paese comincia a rivelarsi modello nella lotta al coronavirus, tanto che l'Oms ci elogia urbi et orbi: «Oggi l'Italia è la piattaforma del know-how europeo su Covid-19 e dovremmo tutti sostenerla». Ora che i contagi hanno superato la soglia psicologica critica dei centomila - siamo a quota 101.490, distribuiti in 97 Paesi, e oltre 3.400 decessi e 55mila guariti- il caso italiano comincia a essere imitato in Europa, dopo essere stato considerato fin qui eccessivo da alcuni governi che hanno preferito puntare sulla cautela e una limitazione della rilevazione del virus. Adesso che i tamponi cominciano a essere usati in maniera massiccia e i casi di contagio salgono velocemente, anche i toni sono cambiati. «Possiamo paragonare la nostra situazione a quella dell'Italia e della Francia - ammette il ministro della Salute tedesco Jens Spahn, dopo che in Germania i casi sono saliti a 639 - Abbiamo più focolai, ma la maggioranza dei casi non è più importata dall'Italia, dalla Cina o dall'Iran. È una situazione in cui tutti si ritroveranno presto o tardi». L'ammissione tedesca - questa sì arrivata un po' tardi, visto che il «paziente uno» di Monaco di Baviera avrebbe diffuso il coronavirus già da fine gennaio - si aggiunge alle congratulazioni dell'Oms, che ha elogiato il presidente Sergio Mattarella e il nostro Paese: «Sta reagendo energicamente con misure straordinarie per mitigare l'impatto sociale ed economico» del nuovo coronavirus. Eppure il ministro degli Esteri tedesco continua a sconsigliare i viaggi non essenziali in Nord Italia, oltre che in Nord-Reno Vestfalia, il Land più colpito, mentre la Repubblica ceca impone la quarantena per chi rientra dall'Italia e minaccia multe per i suoi cittadini chi si rifiutano di rispettarla. Lufthansa dimezza il numero dei voli mentre già si registrano i primi furti di mascherine e disinfettante sui treni, negli ospedali e nei bagni pubblici tedeschi.
Il copione si ripete in Francia. Dopo settimane di benaltrismo, anche Parigi alla fine deve ammettere, per bocca del presidente Emmanuel Macron, che l'epidemia si espande «inesorabilmente»: 613 contagi, 190 in più in un giorno, mentre le vittime sono 9. L'epidemia entrerà nella «fase tre», cioè si diffonderà sull'intero territorio nazionale, «tra qualche giorno, una-due settimane al massimo», avverte l'Eliseo. Da lunedì e per 15 giorni scuole chiuse in Val d'Oise e Alto Reno, dove «il virus circola in modo più attivo e rapido». Impennata di casi anche in Spagna, dove i morti sono 5 e i contagiati 365, e in Gran Bretagna, dove si registra la seconda vittima e si è passati da zero a 163 contagi in poco più di un mese, con il premier Boris Johnson che promette 46 milioni di sterline di aiuti mentre si scopre che due addetti ai bagagli dell'aeroporto di Heathrow sono risultati positivi e potrebbero aver infettato chissà quanti passeggeri.
Ma a preoccupare è la situazione fuori Europa. Se il virus frena in Cina (oltre 80mila contagiati e 3mila morti), l'Iran segna 1.234 nuovi casi, arriva a quota 4.747 (ma il dato reale è probabile sia oggetto di censura) e il regime pensa all'uso della forza per far rispettare le restrizioni. In Sud Corea 518 nuovi casi, 6.284 persone infettate e 42 morti. Isolata in Cisgiordania la città di Betlemme, dove i contagi sono 16.
Chi insiste nel derubricare la crisi è Donald Trump.
«Bisogna stare calmi, il virus se ne andrà», dice il presidente, salvo poi stanziare 8,3 miliardi di dollari. I morti sono 14, i contagi circa 250. E l'Università dello Stato di Washington, a Seattle, blinda gli edifici e trasferisce le lezioni online per i 50mila studenti. È la prima volta negli Usa.
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