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"Raùl Castro malato terminale. Gli resta ancora poco da vivere"

Lo rivela Bocaranda, il giornalista venezuelano che già svelò al mondo il tumore che uccise Chávez

"Raùl Castro malato terminale. Gli resta ancora poco da vivere"

Raúl Castro ha un cancro terminale e potrebbe andarsene da un giorno all'altro. La notizia naturalmente non è confermata dalla dittatura di Cuba ma gira con sempre maggiore insistenza da qualche giorno tra chi segue con attenzione tanto il Venezuela come Cuba, due Paesi che in realtà sono una sola cosa, soprattutto quando si tratta di gestire «notizie riservate» e «propaganda».

«Le mie fonti cubane mi hanno segnalato che c'è un forte ermetismo sullo stato di salute de Raúl Castro che sarebbe molto grave per un cancro terminale», scriveva su Twitter già il 13 ottobre scorso Nelson Bocaranda, autorevole giornalista venezuelano di lungo corso con molti contatti prominenti, sia all'interno del chavismo che a Cuba.

Certo, prima di scrivere come molti sui social che Raúl sarebbe già spirato, dopo che il fratello Fidel era stato dato per morto almeno trenta volte dalla diaspora di Miami, è bene andarci con i piedi di piombo ma, in questo caso, la fonte del Giornale è più che autorevole. Già una decina di anni fa, infatti, fu proprio Bocaranda il primo a svelare al mondo il cancro terminale che di lì a poco si sarebbe portato via l'allora presidente del Venezuela Hugo Chávez, ricoverato in gran segreto all'Avana. All'epoca il suo fu uno scoop che fece il giro del mondo e Nelson, dalla sua casa di El Hatillo, quartiere in stile coloniale di Caracas, ci scrisse pure un bellissimo libro, «Il Potere dei Segreti».

A seguire in ospedale il decorso delle «cure mediche speciali» che vengono garantite all'ex presidente cubano c'è «la figlia Mariela» e, dopo avere passato alcuni giorni bene senza dolore, lo stesso Bocaranda ieri ha confermato in esclusiva al Giornale che «Raúl martedì 20 ottobre ha avuto un'altra crisi».

L'89enne primo segretario del Partito Comunista Cubano (Pcc) sta dunque molto male per un cancro terminale, nonostante sia stato fatto rivedere dopo tre mesi di assenza mercoledì scorso dal quotidiano di regime Granma, l'organo ufficiale della dittatura, in una foto che lo ritrae da molto lontano con una mascherina anti-Covid19, in occasione l'ultima riunione del Bureau Politico del Pcc.

Di sicuro guardando la televisione di Stato italiana, che Raúl segue con molto interesse, chissà che un po' di conforto non gli sia arrivato, oltre che dagli antidolorifici somministratigli dai medici anche dall'intervista mandata in onda l'altro ieri da Rai2 ad Anna Maria Traglia. L'amante segreta per anni di suo fratello Fidel nonché nipote dell'ex cardinale vicario di Roma, Luigi Traglia ha offerto infatti una testimonianza toccante e forse non casuale, raccontando come Fidel alla fine le parlasse solo di religione perché «non più interessato al potere ma all'anima» e come abbia passato gli ultimi momenti della sua vita terrena accudito «da due sacerdoti gesuiti». Fu lei a presentargli l'ex Segretario di Stato, Agostino Casaroli e a fargli aprire una chiesa all'Avana «perché un giorno anche tu Fidel avrai bisogno del Vaticano».

Presto lo stesso bisogno lo avrà anche Raúl.

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