La rabbia nel M5S: "Il diktat? Cade ora che Conte va a Report..."

Monta la polemica dentro il M5S dopo che Giuseppe Conte ha rotto il diktat contro la Rai soltanto perché doveva difendersi sul 'caso mascherine'. E, intanto, tra i grillini cresce l'ipotesi Mattarella-bis

La rabbia nel M5S: "Il diktat? Cade ora che Conte va a Report..."

Giuseppe Conte rompe il diktat contro la Rai e tra i parlamentari del M5S infiamma la polemica.

"Conte ci ha fatto restare tre mesi senza parlare con la Rai. Poi, incredibilmente e magicamente, ieri quando ormai aveva già registrato l'intervista rilasciata a Report per difendersi sul 'caso mascherine', questo veto cade", dice a ilGiornale.it un deputato di spicco che ci chiede di preservare il suo anonimato. La verità è che "a Conte dei parlamentari non frega un c...il gioco del silenzio è finito solo quando lui doveva pararsi il c... in tivù. Sono inc...come una biscia"", si sfoga il grillino che ricorda che, in questi quasi tre mesi, tutti i parlamentari sono dovuti stare zitti "compresi i vari Azzolina, Di Maio e Spadafora che dovevamo promuovere i loro libri". Ma le figuracce non finiscono qui "Loquenzi, giornalista di RadioRai, di recente ci ha sbertucciato su Twitter dopo aver cercato di intervistare il viceministro Todde per parlare di crisi aziendali, ma lei ha dovuto rifiutare 'perché c'è il blocco Rai'".

Intanto, a tenere banco tra i parlamentari pentastellati c'è sempre la questione Quirinale. Ieri Conte e Letta si sono incontrati per affrontare il dossier, ma una soluzione è ancora lontana. E stasera, a Montecitorio, è prevista un'infuocata riunione congiunta di deputati e senatori del Movimento. "Sicuramente uscirà l'ipotesi Mattarella-bis", ci confidano le nostre fonti. E questo sarà un problema per il duo Letta-Conte dal momento che, nonostante le dichiarazioni di rito, entrambi sperano "nell'incidente" e nel ritorno alle urne. "Rieleggere Mattarella significa mantenere lo status quo, mentre entrambi vogliono il caos. Loro, invece, sotto sotto, anche se ufficialmente lo negano, vogliono andare a votare perché nei gruppi non hanno parlamentari a loro fedeli", ci spiegano in casa M5S. Non a caso, Letta ieri, parlando di Mattarella, ha detto: "Ci mancherà...". Tornare al voto, sia per il segretario del Pd sia per il leader del Movimento, significa rifare le liste a proprio piacimento.

Nel Pd, infatti, ci sono ancora molti ex renziani, mentre Conte "ha alcuni avversari interni che vogliono farlo fuori, gente tua che vorresti mettere dentro e che non c'è e parlamentari che non gli devono nulla...". Da un lato è chiaro, dunque, che il leader del Movimento "voglia i suoi...", mentre dall'altro lato è evidente che, se la legislatura dura ancora un anno, l'ex premier rischia di morire politicamente. "Prima concretizza e meglio è sennò scende al 3% e non può permetterselo. Lui deve avere un certo peso contrattuale altrimenti, se non si cambia la legge elettorale, per noi col maggioritario finisce male", ci spiega ancora la nostra fonte. Ovviamente se, però, stasera anche i deputati si esprimono per il Mattarella-bis, "Conte avrà le spalle al muro". Una soluzione sarebbe il voto online, come ha suggerito ieri l'ex sindaco di Roma Virginia Raggi. Anche in questo caso, però, sorgono vari dubbi tra i grillini: "Ogni nome comporta una strategia diversa.

Come lo fai il voto online? Si dà libertà di scelta ai militanti oppure si prepara una rosa di nomi? Come si fa, se ancora non abbiamo manco un nome? Se, invece, facciamo votare gli attivisti quelli scelgono Travaglio... ".

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