Rabbia ucraina: "Da Mosca nessuna apertura". E la Cina si sfila: niente truppe di peacekeeping

Trattativa sempre più in salita, dalla Russia ancora attacchi sui civili: 2 morti e decine di feriti. Pechino nega coinvolgimenti

Rabbia ucraina: "Da Mosca nessuna apertura". E la Cina si sfila: niente truppe di peacekeeping
00:00 00:00

L'illusione sembra già passata. Niente avvicinamenti, nessun compromesso alle viste. Altro che accordo dietro l'angolo. La pace in Ucraina sembra allontanarsi ogni giorno in un crescendo di ostacoli e scontri dialettici, mentre il conflitto sul campo continua senza sosta. La Russia non sembra accettare compromessi e continua nei suoi attacchi all'Occidente; l'Ucraina, forte del sostegno di Nato ed Europa, non si piega. Nel mezzo gli Stati Uniti, con l'ondivago Trump e l'ambiguo Vance che continuano a seminare dubbi. E il risultato è il caos più totale.

Se il presidente degli Stati Uniti sembra riposizionarsi per l'ennesima volta, Zelensky cerca di tenere la barra dritta. "Concessioni della Russia? Non ne so nulla. Non credo che siano concessioni il fatto che ci stanno offrendo di ritirarci da territori che la Russia non controlla". Quasi il contrario, a proposito di caso, di quanto detto dal vicepresidente Usa Vance. Il che, sommato al nuovo attacco firmato Trump, altro non fa che alimentare la tensione. Tutti problemi per l'inviato americano in Ucraina che al termine della sue due giorni a Kiev ha invece espresso vicinanza e sostegno al Paese invaso. "Gli ucraini combattono contro la Russia da più tempo di quanto gli Stati Uniti abbiano combattuto nella Seconda guerra mondiale. È la guerra più grande in Europa dalla Seconda guerra mondiale. Questo è il motivo per cui coloro che hanno visto la devastazione che la guerra può portare vogliono fermarla", ha detto.

Il come, oltre che il quando restano punti interrogativi. Se il ministro degli Esteri Lavrov attacca l'Occidente oltre che l'Ucraina, la mai moderata portavoce del ministero degli Esteri Zakharova rilancia la posizione russa e conferma la strategia del prendere tempo messa in atto dal Cremlino. Ma mentre l'Europa si riscopre compatta con Berlino che alza la voce ("Putin non si illuda, il nostro sostegno rimane incrollabile"), un'altra illusione sembra svanire. Pechino infatti ha smentito categoricamente le voci secondo cui sarebbe stata pronta a inviare truppe di peacekeeping in Ucraina per garantire la pace e scongiurare una nuova invasione russa dopo la fine del conflitto. "Le notizie in questione non sono vere. La posizione della Cina sulla crisi ucraina è coerente e chiara", ha tagliato corto il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun. Ovvero: pace con disinteresse.

E quindi, come conseguenze del caos, la guerra sul campo non si ferma.

Oltre ai reciprochi attacchi con i droni che si susseguono praticamente ogni notte, l'ultimo raid russo sull'Ucraina ha causato almeno due morti e almeno 14 feriti nelle regioni di Sumy e Kharkiv. Si tratta di civili che nulla hanno a che fare con il conflitto. E nemmeno con le beghe politiche e diplomatiche. Quelli che questa guerra di invasione che sembra non avere fine, sono costretti più di tutti a subirla.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica