Radiato un altro medico che si opponeva ai vaccini

Si chiama Dario Miedico, specialista in diritto dei pazienti, È il secondo condannato dopo il collega «no vax» di Treviso

Sabrina Cottone

Non si spengono i riflettori sui vaccini pediatrici per tutti, dopo la decisione del governo di portare a dodici quelli obbligatori tra gli zero e i sedici anni, con il rischio per i genitori di vedersi sospendere la patria potestà se dovessero trascurare quest'impegno dei figli con i vaccini. A riaccendere le polemiche, adesso, è la radiazione di un medico «oppositore» da parte dell'Ordine di Milano.

Si tratta di Dario Miedico, medico legale, attivo nel Coordinamento del movimento per la libertà di vaccinazione. Aveva manifestato dubbi sulle vaccinazioni di massa per i bambini ed era uno dei 153 firmatari (tra cui 17 milanesi) della lettera inviata nell'ottobre 2015 a Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, testo polemico sulla politica delle «vaccinazioni pediatriche».

Le motivazioni esatte della condanna in ogni caso non sono ancora chiare. Si sa che Miedico, che ha 76 anni, era stato ascoltato nei giorni scorsi e che la commissione disciplinare si è espressa all'unanimità dei suoi 15 membri per radiarlo: non si è trattato di una questione dibattuta. Ieri mattina per posta certificata gli è così arrivato dall'Ordine il provvedimento di radiazione.

Non è il primo caso, perché il medesimo provvedimento era già stato comminato a Roberto Gava, radiato nei mesi scorsi dall'Ordine di Treviso. Anche lui era tra gli estensori del testo contro i vaccini, anzi il primo firmatario, ma c'è da dire che l'Istituto superiore di Sanità nel suo caso aveva precisato che la decisione era stata dettata non da motivi legati alle idee del cardiologo, ma dal «suo comportamento non etico e antiscientifico nei confronti dei vaccini». In ogni caso Gava ha già fatto ricorso, proprio come si prepara a fare adesso Miedico, che però non ha ancora ricevuto le motivazioni. Intanto spiega: «Non sono contrario ai vaccini ma sono contro qualunque obbligo. La radiazione mi pesa molto e farò di tutto per far ritirare il provvedimento».

La decisione si inserisce in un contesto politico nazionale caldo. Sono state introdotte dodici vaccinazioni obbligatorie (prima erano soltanto quattro) per bambini e ragazzi tra i zero e i sedici anni, volute per decreto legge dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha spinto sull'acceleratore del consiglio dei ministri anche su chi, come il ministro del Miur, Valeria Fedeli, avrebbe voluto tempi più lenti. E così, pur tra polemiche e difficoltà di attuazione pratica per le Assl che chiedono rinforzi, sono entrate nel paniere della vita familiare anti-poliomelitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti Haemophilusinfluenzae tipo B, anti-meningococcica B, anti-meningococcica C, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella.

Le vaccinazioni possono essere omesse o ritardate solo in presenza di un pericolo per la salute o per ragioni documentate dal pediatra o dal medico.

Se i genitori non vaccinano i figli, rischiano una sanzione da 500 a 7.500 euro, che viene comminata direttamente dalle Aziende sanitarie.

Inoltre, i genitori, come dicevamo, se segnalati dall'Asl al Tribunale dei minorenni, in casi estremi rischiano la sospensione della patria potestà.

Qualche polemica è nata anche sula gratuità, promessa dal governo e non di facile attuazione, almeno non in tutte le Regioni.

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