Raggi cerca assessori Dimissioni in massa dalle municipalizzate

Nessuna novità sulla giunta. Annuncio web nel IX municipio: «Inviateci il curriculum»

A poco più di 24 ore dalla formalizzazione dell'insediamento a palazzo Senatorio del primo sindaco donna della Capitale sulle prime mosse di Virginia Raggi è ancora buio fitto. Oltre quei pochi nomi circolati nelle scorse settimane (dall'urbanista Paolo Berdini al critico d'arte Tomaso Montanari, allo spin doctor Daniele Frongia), sul resto della giunta che affiancherà la sindaca, ancora manca un accordo. Si mormora di rifiuti ricevuti nei giorni precedenti alla vittoria, dovuti soprattutto al fatto che si cercano nomi di spicco ma pronti a sottoscrivere impegni ferrei sul rispetto della linea pentastellata.

Nemmeno l'incontro di ieri a Montecitorio tra Raggi e direttorio al gran completo pare sia servito a trovare la quadra. Alla riunione, durata circa un'ora, hanno preso parte anche la deputata Roberta Lombardi, la senatrice Paola Taverna e l'europarlamentare Fabio Massimo Castaldo, tre membri dello staff che affiancherà la prima cittadina. «I tasselli mancanti - assicura Carlo Sibilia del direttorio - non sono stati sul tavolo dell'incontro, le scelte sono di Virginia e del suo staff». Nulla di fatto. Intanto il fronte delle aziende municipalizzate fa improvvisamente caldissimo. Un altro elemento che spiega tanta incertezza.

Annunciate per oggi le dimissioni del presidente e del cda di Ama. E pronto a rimettere il mandato sarebbe anche il dg di Atac, Marco Rettighieri, mentre in Acea è tutto in stand-by in attesa delle decisioni del Campidoglio sul futuro dei vertici aziendali. L'elezione della Raggi ha prodotto inevitabili fibrillazioni, come a ogni cambio di amministrazione, ma certamente pesa sul clima generale l'annuncio della sindaca di voler procedere a una riorganizzazione complessiva delle utility capitoline. Le dimissioni sono «un atto di cortesia istituzionale», recita una nota dall'Ama, quasi a voler smentire le ipotesi di «desistenza» contro il nuovo primo cittadino.

Sul fronte Atac si suona lo stesso spartito, dimissioni del dg già pronte. Anche in questo caso, fanno sapere, per correttezza istituzionale. E una prima risposta dal Campidoglio è arrivata, più di metodo che di sostanza: la Raggi «valuterà il lavoro svolto da ognuno» secondo «il principio del merito». Amen. Pure in Acea si ostenta serenità, ma di dimissioni non si parla, anzi: l'ad Alberto Irace fa sapere che fino a che il cda non andrà in scadenza, si lavorerà al piano industriale. Ma sul futuro dei vertici della multiutility pesa la promessa della Raggi in campagna elettorale: ricambio totale del management.

A riprova delle difficoltà del movimento alle prese col debutto romano, c'è anche l'annuncio su Facebook di Rolando Ranieri, presidente grillino del IX Municipio: «Se a qualcuno interessasse svolgere il compito di assessore municipale» e «mi contatti in privato per inviare il suo Cv. Astenersi commenti inutili e perditempo».

C'è poi il capitolo cultura, con un pezzo importante dell'Estate Romana che potrebbe saltare: la storica rassegna «All'ombra del Colosseo». Almeno così minacciano gli organizzatori, che chiedono un incontro urgente al nuovo inquilino del Campidoglio, e una soluzione ancor più rapida al pasticcio di bandi lasciato in eredità dal predecessore Marino.

Mentre da Torino, il numero uno del Coni Giovanni Malagò riapre il fronte della candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024: «Se qualcuno cambia idea ce lo dica», ha detto rilanciando la palla nel campo della neo-sindaca. Il Campidoglio sembra già un fortino assediato, ma Virginia Raggi ostenta ottimismo: «Ricostruire Roma è un'emozione». Ma anche una fatica di Sisifo.

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