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Rai, stallo sulle nomine: nessun accordo sui direttori dei Tg

In vista del Cda di domani, l’unica candidatura arrivata ai consiglieri Rai è quella di Marcello Ciannamea alla direzione Distribuzione. Il Pd attacca l’ad Salini

Rai, stallo sulle nomine: nessun accordo sui direttori dei Tg

Clima incandescente in casa in Viale Mazzini. Questa mattina alle 10.30, cioè 24 ore prima dalla riunione del Cda, erano attesi dai consiglieri Rai i curricula dei candidati alle direzioni dei vari Tg. Ma al momento, secondo quanto riporta l’Adnkronos, tutto è in fase di stallo. L'unica candidatura ufficiale arrivata in vista della seduta di domani è quella di Marcello Ciannamea alla direzione Distribuzione. Un ruolo, questo, che segue la strada tracciata dal nuovo piano industriale.

Nelle ultime ore si era parlato solo del Tg3, con Mario Orfeo favorire come nuova guida, e di Rainews24. L’attuale direttrice del Tg3, Giuseppina Paterniti, doveva infatti diventare la guida di Rainews24 con Antonio Di Bella destinato alla nuova super direzione degli approfondimenti informativi della Rai tra cui i talk show, da Porta a Porta al programma condotto dalla Berlinguer.

Ma i 5Stelle nella tarda serata di ieri hanno inaspettatamente puntato i piedi chiedendo di destinare la Paterniti proprio agli Approfondimenti. La mossa ha fatto infuriare il Pd e lo stesso Di Bella. Ma il caos regna sovrano. A meno di un candidature dell’ultimo minuto, sembrerebbe che le nomine alle news siano destinate a slittare ancora.

Benzina gettata sul fuoco delle polemiche politiche. Il Pd lancia un duro attacco contro l’ad Salini. In una nota, il vicecapogruppo dem alla Camera Michele Bordo dichiara che l’ad è colpevole di aver rinviato "il rinnovo dei vertici dell'informazione Rai, peraltro necessario alla luce anche della multa monstre comminata dall'Agcom per violazione degli obblighi del contratto di servizio in tema di pluralismo, trasparenza e imparzialità, dimostrando la sua incapacità di decidere". Il deputato dem chiede una svolta perché “non se ne può più della paralisi del servizio pubblico e della palude nella quale Salini e l'attuale management della Rai tengono in ostaggio la più grande azienda culturale del Paese". Per Bordo è necessario che"si metta fine a questa agonia del servizio pubblico. Ribadiamo che per quanto ci riguarda il tempo è finito e l'ad Salini deve valutare se proseguire, a questo punto, con la sua esperienza in Rai così come se continuare a tenere ai vertici dell'informazione i protagonisti della peggiore stagione in termini di pluralismo e informazione degli ultimi anni".

Due giorni fa, in merito agli avvicendamenti alla guida delle testate giornalistiche del servizio pubblico aveva fatto sentire la sua voce il sindacato dell’Usigrai: "I partiti, e i loro appetiti, vanno messi alla porta. Le indicazioni su nomine e cambi vanno cercate esclusivamente nei valori del Contratto di Servizio e nei risultati raggiunti. L'ad che propone le nomine e i Consiglieri che votano ora devono scegliere: sfamare i partiti o onorare il Contratto di Servizio". "Le nomine – hanno incalzato i rappresentanti sindacali – servono ad attuare politiche aziendali, non ad accontentare la fame di poltrone dei partiti. Per questo, qualunque decisione deve essere spiegata e spiegabile come attuazione concreta del piano industriale Rai e delle indicazioni dei valori del Contratto di Servizio. Tutto il resto è partitocrazia che tradisce il Contratto di Servizio che sta asfissiando la Rai e che ucciderà il servizio pubblico.

Chi si assumerà questa responsabilità? Chi risponderà del danno arrecato all'azienda stessa, ai suoi dipendenti e ai cittadini?".

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