
Mail inequivocabili, foto imbarazzanti. Le ultime rivelazioni sull'amicizia di lunga data di Peter Mandelson, ambasciatore del governo britannico negli Usa, con il pedofilo suicida Jeffrey Epstein, non hanno lasciato scampo al premier Starmer che ieri gli ha chiesto di rimettere l'incarico, definendo "riprovevoli" le email inviate da Mandelson. Questo, alla luce di "ulteriori informazioni", come ha ribadito ieri Stephen Doughty, ministro del dipartimento degli Esteri di fronte ad un Parlamento attonito. Fino al giorno prima infatti, Sir Keir aveva confermato l'appoggio al suo uomo, ma ieri Doughty ha spiegato che "lord Mandelson non aveva divulgato la reale misura dell'amicizia con Epstein, sia in termini di durata nel tempo (si va dal 2003 al 2010) che di profondità di relazione". "Downing Street non era a conoscenza delle email di Mandelson a Epstein - ha aggiunto il ministro - in cui diceva all'amico che la prima condanna per istigazione di minore alla prostituzione era ingiusta, suggerendogli di presentare un appello".
Secondo un portavoce del Foreign Office, "le email mostrano che la relazione tra Epstein e Mandelson è materialmente differente da quella di cui eravamo a conoscenza al momento del conferimento dell'incarico. Alla luce di questo e pensando alle vittime dei crimini di Epstein, l'ambasciatore è stato rimosso dal suo ruolo, con effetto immediato". L'uomo, che era già stato costretto alle dimissioni per due volte quando ricopriva incarichi ministeriali nei governo blairiano, stavolta sembra aver oltrepassato il limite. Gli auguri inviati al miliardario, i nomignoli affettuosi, i messaggi di supporto inviati nel 2008 durante il primo breve arresto del pedofilo, gli andirivieni nelle varie residenze di Epstein hanno scioccato i deputati laburisti per primi. David Lammy, ex ministro degli Esteri ed ora vice Premier, si è detto "assolutamente disgustato".
Mandelson, dal canto suo, non ha smentito nulla ed ha rilasciato un'intervista in cui dice di essere profondamente rammaricato per essersi lasciato ingannare dalle dichiarazioni d'innocenza "di un grande mentitore che poteva essere molto affascinante" e che poi si è scoperto essere tutt'altra persona.