Rcs "apre" a Mondadori: esclusiva sull'affare Libri

Ma a decidere sarà, tra 3 mesi, il prossimo cda. Vola il titolo di Segrate (+7%), su un'operazione in cui crede fortemente Marina Berlusconi, presidente del gruppo

L'ad di Rcs Pietro Scott Jovane
L'ad di Rcs Pietro Scott Jovane

Si prolunga fino al 29 maggio la trattativa per la cessione dei libri da Rcs a Mondadori. Il consiglio che si è riunito ieri, al completo tranne Roland Berger, ha deciso a maggioranza di proporre al gruppo guidato da Ernesto Mauri «un periodo di trattativa in esclusiva per l'eventuale cessione di Rcs Libri al fine di approfondire termini e condizioni dell'operazione, riservandosi ogni conseguente valutazione». In pratica, sarà il nuovo consiglio, nominato dall'assemblea degli azionisti del 23 aprile prossimo, a decidere sulla questione. Contrari alla vendita i consiglieri Piergaetano Marchetti e Attilio Guarneri, rappresentante della famiglia Rotelli. Entrambi avevano già mostrato perplessità anche nella riunione del board di lunedì 2 marzo.

L'operazione di cessione del settore Libri, caldeggiata dall'ad di Rcs, Pietro Scott Jovane, non era infatti prevista dall'originale piano dismissioni. La proposta di Segrate valuta i libri della Rizzoli che comprendono i marchi Bompiani, Sonzogno, Adelphi, Marsilio e Fabbri circa intorno ai 150 milioni. Il fatturato è di circa 200 milioni con utile, però, pari a zero per Rcs. Per l'ad Jovane, sostenuto da John Elkann che attraverso Fiat Chrysler è il primo azionista di Rcs con il 16%, si tratta di un tesoro prezioso con cui ridurre l'indebitamento Rcs, che pari a circa 500 milioni.

Fare cassa è urgente dato che i paletti finanziari, ossia i covenant, previsti dalle banche creditrici, tra cui Intesa Sanpaolo, azionista con il 4%, prevedono che l'indebitamento entro settembre prossimo debba scendere a 180 milioni. In caso contrario, scatterebbe la seconda tranche (da 200 milioni) dell'aumento di capitale varato nel 2013. Insomma gli azionisti Rcs sarebbero chiamati a mettere mano al portafoglio. Da notare, comunque, che Rcs continua a bruciare cassa nonostante i tagli al personale e la chiusura di numerose testate. Jovane sperava di arrivare subito alla vendita della divisione Libri, invece la decisione sarà presa dal prossimo cda sulla cui composizione ci sono ancora molti punti interrogativi. Le liste, infatti, saranno presentate il prossimo 29 marzo. Entro quella data i soci, oltre a Fca e Intesa anche Mediobanca, Della Valle, Unipol, Pirelli, Cairo e gli eredi Rotelli, dovranno cercare un accordo sulle strategie da adottare e sul nome dell'ad. Alle scelte del cda sono anche legate le sorti del nuovo direttore del Corriere della Sera visto che Ferruccio de Bortoli è in scadenza. Tra le indiscrezioni circola sempre il nome di Mario Calabresi, magari affiancato da Paolo Mieli, che in caso di vendita dei Libri perderebbe la poltrona di presidente. Ma non è esclusa anche la riconferma di de Bortoli se la lista Fca dovesse accettare compromessi sul nome del nuovo ad di Rcs. La cessioni dei Libri da sola non basterebbe, però, a rispettare i parametri fissati dagli istituti di credito. Sulla necessità di fare cassa sono state intavolate trattative con un fondo di investimento, secondo indiscrezioni Clessidra, per la cessione (circa 30 milioni) del 45% delle radio Finelco in mano a Rcs: ossia Radio 105, Virgin e Monte Carlo. La cessione dei Libri sarebbe comunque molto positiva per Mondadori in quanto dovrebbe permettere rilevanti sinergie considerando che l'ebitda (ossia l'utile prima delle imposte) dei Libri di Mondadori è il 13% contro il 6% di Rcs. L'operazione avrebbe dunque un senso industriale molto forte ed è voluta fortemente dal presidente di Mondadori, Marina Berlusconi.

Ieri, il titolo di Segrate ha chiuso in rialzo del 7,3%, quello Rcs del 2,3%. E se il premier Matteo Renzi non è preoccupato del merger lo è invece il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, che auspica l'intervento dell'Antitrust.

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