Reato di depistaggio: adesso i democratici armano le Procure

Alla Camera il primo ok alla legge sull'inquinamento processuale, ma la maggioranza si spacca. Forza Italia insorge: mano libera ai pm

Reato di depistaggio: adesso i democratici armano le Procure

La Camera approva il reato di depistaggio e inquinamento processuale ma la maggioranza si spacca perché gli alfaniani votano contro, mentre Forza Italia grida: «È una norma barbara. Dov'è il garantismo di Renzi? Così il Pd ha regalato un bazooka nelle mani dei pm». Ora il testo, approvato a Montecitorio con 351 sì, 50 no e 26 astenuti, passa a palazzo Madama e persino il piddino Alfredo Bazoli ammette: «È vero, non è una norma perfetta e condivido molte perplessità. Ma la stessa potrà essere migliorata al Senato».

In pratica si sta introducendo una nuova fattispecie di reato: quello di depistaggio e inquinamento processuale, punibile col carcere fino a quattro anni. La norma ha una genesi nobile: evitare che le indagini vengano depistate come accaduto in passato per tanti casi noti. Si ricordi piazza Fontana, l'Italicus, piazza della Loggia, la stazione di Bologna, Ustica, l'omicidio Moro ecc... E fin qui tutti d'accordo, Forza Italia inclusa. Soltanto che la norma, inizialmente di cinque righe e pensata per i reati gravi come appunto quelli di strage e mafia e rivolta sostanzialmente ai pubblici ufficiali, è stata poi dilatata a dismisura, comprendendo anche reati comuni. Un blitz dietro al quale si racconta l'iperattivismo della deputata piddina Donatella Ferranti, ex magistrato e nota manettara. Risultato: domani le procure avrebbero uno strumento micidiale in mano. Ecco perché: un pm segue una pista d'indagine secondo una propria convinzione - se non addirittura un teorema - e incontra qualcuno che porta elementi contrari alla sua teoria. Il magistrato potrebbe incriminare e addirittura arrestare quel qualcuno, in nome dell'«inquinamento processuale».

L'azzurro Francesco Paolo Sisto è indignato: «Se limitata soltanto alle stragi e al pubblico ufficiale aveva un senso storico; così è diventata un'occasione irripetibile per il partito delle procure per dare ai pm la possibilità di condizionare le indagini. Ma che bisogno c'era? - continua il deputato -. C'è il favoreggiamento reale, personale, la falsa testimonianza, le false informazioni alla polizia giudiziaria. Lo sviamento delle indagini è un indegno cadeau alle procure. Perché chi stabilisce qual è la retta via delle indagini? La polizia giudiziaria e il pubblico ministero. È una follia».

Anche il capogruppo di Fi alla Camera Renato Brunetta è inviperito: «Stiamo consegnando un'arma micidiale nelle mani della cattiva magistratura», tuona. E poi sottolinea un altro aspetto: «Pensiamo al caso in cui un giornalista stia lavorando a un'inchiesta e che abbia una pista diversa da quella di un pm, magari producendo elementi diversi da quelli della procura (testimonianze, carte o altro). Ebbene: il giornalista potrebbe benissimo essere incriminato e arrestato per depistaggio. Assurdo».

Persino Stefano Dambruoso, magistrato e deputato di Scelta civica, in Aula ha ammesso il proprio imbarazzo: «Voteremo a favore perché siamo in maggioranza ma sono fortemente perplesso. Questa norma è fatta male. Tecnicamente male». Chi non s'è piegato alla logica della maggioranza è l'Ncd - che infatti ha votato contro - con l'onorevole Antonio Leone: «Questo reato viene delineato da una fattispecie fumosa ed indeterminata, il rischio di una applicazione strumentale della norma diventa concreto, con un ulteriore allontanamento della verità. In sostanza si avrebbe l'effetto contrario. A tale proposito mi chiedo, ad esempio: quando possiamo dire con la certezza richiesta dal principio di legalità che ricorre la finalità di sviamento delle indagini o del processo penale?».

Facciamo un esempio di quello che potrebbe accadere: il pm Sempronio indaga Tizio ed è alla ricerca di fonti prova per dimostrare la sua colpevolezza.

Il magistrato è convinto che Caio sia in possesso di un documento che dimostri la colpevolezza di Tizio ma Caio nega con forza perché quel documento non ce l'ha. Il pm domani potrebbe avere uno strumento in più e minacciare Caio: «Ah no? Guarda che ti incrimino per depistaggio e inquinamento processuale». Facendo sventolare le manette, of course .

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