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Il Recovery trova d'accordo Confindustria e Cgil "Fondi Ue e cabine di regia spariti dall'agenda"

Ma sui rinnovi contrattuali Bonomi e Landini sono ancora molto distanti

Il Recovery trova d'accordo Confindustria e Cgil "Fondi Ue e cabine di regia spariti dall'agenda"

Confindustria e Cgil provano a riannodare le fila di un dialogo che negli ultimi tempi, a livello delle rispettive leadership, si era interrotto. È accaduto ieri durante la manifestazione «Futura», organizzata dal sindacato di Corso Italia, nel quale Carlo Bonomi e Maurizio Landini sono riusciti a trovare alcuni punti di convergenza. In particolare, sul Recovery Fund in merito al quale imprese e rappresentanti dei lavoratori richiedono ascolto da parte di Palazzo Chigi.

«Il Recovery Fund? Il presidente del Consiglio ha detto che ci sarebbe stata una cabina di regia, nella bozza della legge di Bilancio ma non ne ho trovato traccia (per ora non è confermato il credito d'imposta su ricerca e sviluppo che a Confindustria sta a cuore) e il Recovery Fund è scomparso dai radar», ha sottolineato Bonomi lamentando ancora una volta la scarsa attenzione di Conte e Gualtieri nei confronti delle istanze delle aziende. Sulla stessa lunghezza d'onda anche Landini. «Non si può andare avanti senza un confronto con i corpi intermedi: sono settimane che chiediamo di discutere come si spenderanno» i fondi del Recovery Fund, ha sottolineato ricordando che «c'è la possibilità di far ripartire gli investimenti pubblici e noi vogliamo essere soggetti coinvolti nella fase di progettazione».

Ecco perché il numero uno di Viale dell'Astronomia ha evidenziato «la necessità di mettersi attorno a un tavolo per un Patto per l'Italia: al di là delle differenze, in un confronto anche duro, troviamo le soluzioni per il Paese». Un confronto permanente tra Confindustria e Cgil, ha osservato Landini, «non potrà avvenire solo con noi, penso che sia importante, se siamo d'accordo, che noi due insieme rivendichiamo con il governo una discussione: dobbiamo poter dire la nostra». E Bonomi, da ottimo ospite, ha detto «sì» al confronto permanente, premettendo che «il governo deve mantenere la maglietta dell'arbitro», mentre «troppo spesso ultimamente il governo si mette la maglietta di una delle due squadre in campo e questo non va bene». Un chiaro alla convocazione dei soli sindacati domani a Palazzo Chigi per discutere della manovra.

Le distanze, invece, sono rimaste invariate sui rinnovi contrattuali. «Abbiamo chiesto al governo una detassazione, in via transitoria, degli aumenti per aiutare i rinnovi»ha ribadito Landini. Bonomi, invece, preferirebbe «perseguire una strada di decontribuzione sul welfare aziendale: mettere più soldi in tasca agli italiani è corretto, ma non è detto che si trasformi in consumi». Una visione opposta a quella della Cgil, favorevole sia a un aumento del deficit in ottica di creazione di posti che a un nuovo statuto dei lavoratori che ripristini le vecchie garanzie. Forza Italia si è schierata con le imprese.

«Se una realtà economica chiude i battenti per la crisi, i contratti serviranno a poco», ha chiosato il capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini.

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