Quota 100 cambia già volto. Il provvedimento fortemente voluto dal governo (sponda leghista) di fatto subirà alcune variazioni rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale. Il braccio di ferro con l'Europa ha messo nel mirino proprio la riforma del sistema previdenziale e Juncker e Moscovici hanno chiesto aggiustamenti sulla spesa destinata sul fronte peensioni sia per il 2019 che per i prossimi anni. Per l'anno che sta per entrare verranno detsinati a quota 100 circa 4,7 miliardi, ma per il 2020 e per il 2021 serviranno ben 8 miliardi all'anno. E viste le tanti voci che in questi giorni si rincorrono va fatta un po' di chiarezza. Nel 2019 andrà via chi ha 62 anni e 38 di contributi.
Una soglia nettamente più bassa dal punto di vista anagrafico rispetto ai 67 anni previsti dall'adeguamento che scatterà da gennaio. Per ridurre i costi di quota 100 verranno messi dei paletti sulle finestre. Passano tre mesi dalla maturazione dei requisiti e l'effettiva uscita dal mondo del lavoro. Per chi lavora nel pubblico il preavviso dovrà essere di almeno sei mesi. Inoltre scatterà il divieto di cumolo: nessuna somma tra redditi superiori a 5mila euro lordi l'anno e l'assegno della pensione. In questo momento le persone che hanno diritto a quota 100, come ricorda ilCorriere, sono 360mila e circa l'85 per cento di questi farà richiesta di pensionamento. In caso di boom di domande le finestre potrebbero allungarsi fino a sei mesi.
Infine va sottolineata la durata del provvedimento. Quota 100 per il momento avrà vita per tre anni. Dal 2021 dovrebbe arrivare quota 41 con uscita dal lavoro basata su 41 anni di contributi. Il tutto Europa permettendo...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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