Tutti col fiato sospeso per il primo giorno del Reddito di cittadinanza. Da oggi, infatti, è possibile presentare la domanda agli sportelli delle Poste e dei Caf. L'Istat dice che potrebbero essere circa 2 milioni e settecentomila coloro che hanno i requisiti per ottenerlo.
Anche se c'è tempo fino alla fine del mese di marzo per assolvere a questo primo obbligo, sono in molti a temere i disservizi. Alcuni uffici postali, per esempio, hanno affisso già i cartelli dove si dice che si procederà ad accogliere le domande soltanto in ordine alfabetico (quindi oggi si potranno presentare soltanto coloro che hanno il cognome che inizia con le lettere A e B). Lo stesso amministratore delegato di Postpay, Marco Siracusano ammette: «Siamo di fronte a un'operazione straordinaria. A priori non possiamo escludere disfunzioni». Postpay, per conto di Poste Italiane, dovrà materialmente fornire le card prepagate da consegnare (insieme al pin) a chi verrà riconosciuto nel diritto di usufruire del reddito di cittadinanza.
Anche i Centri di assistenza fiscale si preparano a un'ondata di domande fuori dal comune. E già nei giorni scorsi hanno dovuto fare gli «straordinari» per accogliere un numero anomalo di domande Isee, quel certificato (Indicatore della situazione economica equivalente) necessario per ottenere il reddito di cittadinanza. L'importante è scongiurare l'assalto agli sportelli. D'altronde il ministero del Lavoro ha pubblicato sul suo sito che «non c'è un criterio temporale per l'ammissione della domanda». Caf e sindacati hanno intanto stampato e diffuso volantini e opuscoli dove annunciano di essere pronti ad accogliere tutti (gratuitamente (visto che il loro lavoro è legato a una convenzione stipulata con l'Inps). Dopo aver presentato la domanda l'Inps verificherà i requisiti ed entro il 15 aprile offrirà i «verdetti». A quel punto il diretto interessato verrà contattato dall'ufficio postale dove ritirerà la carta precaricata e già attiva insieme col relativo pin. Un terzo dei potenziali utilizzatori del reddito di cittadinanza (circa 900mila persone) avrà poi l'obbligo di aderire al Patto per il lavoro. E qui entra in gioco la delicata questione dei navigator che ancora tiene distanti le posizioni di Regioni e Governo. L'ultima proposta di Luigi Di Maio è quella di ridurre il numero dei navigator da 6mila a 4.500. Si tratta degli operatori assunti con contratto a termine dai centri per l'impiego e incaricati di seguire i beneficiari del sussidio nella ricerca di un'occupazione. D'altronde l'immissione in blocco di questi navigator negli organici delle amministrazioni locali rischia di portarle al caos, come denuncia la coordinatrice della Commissione lavoro della Conferenza delle Regioni, Cristina Grieco. «Si tratta - dice - di un esercito di precari che comporterebbe enormi problemi organizzativi».
Il rischio caos, però, non riguarda soltanto il debutto di oggi. Una volta che il reddito di cittadinanza verrà effettivamente erogato (dopo la metà di aprile) entreranno in partita anche gli Ispettorati del lavoro, cui è affidato il compito di verificare la sussistenza dei requisiti per il reddito di cittadinanza.
«Soffriamo una grave carenza organica» lamenta Leonardo Alestra, direttore dell'Ispettorato nazionale del lavoro nel corso di un'audizione alla Camera, che ricorda che negli ultimi tre anni l'organico è passato da 6.046 unità a 5229 e si potrebbe ulteriormente ridurre grazie a un massiccio esodo dovuto ai vantaggi rappresentati dalla quota 100.
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