Come previsto, la Svizzera boccia il reddito di cittadinanza per tutti. Chiamati alle urne, gli elettori elvetici hanno respinto con una valanga di «No» (il 76,9% dei voti espressi) la proposta referendaria di introdurre un «reddito di base incondizionato» (Rbi) per ogni cittadino, dalla nascita fino al decesso.
Promossa da un comitato indipendente sostenuto a livello politico solo dai Verdi e dall'estrema sinistra, l'iniziativa chiedeva alla Confederazione di istituire un reddito minimo affinché tutta la popolazione potesse condurre «un'esistenza dignitosa» e partecipare alla vita pubblica, anche senza lavorare. Nessuno dei 26 cantoni del Paese ha approvato il testo.
Nel referendum non si specificava un importo preciso, delegando la questione al legislatore, ma i promotori dell'iniziativa avevano ipotizzato la somma di 2.500 franchi al mese per gli adulti (circa 2.250 euro) e di 625 franchi per i minorenni. L'importo sarebbe stato versato indipendentemente dal reddito e dalla situazione patrimoniale dei beneficiari. Lo stato avrebbe dovuto versare mensilmente l'Rbi a chi non ha lavoro e integrare gli stipendi più bassi fino a questa cifra. Per chi guadagna oltre questa soglia non ci sarebbe dovuto essere nessun versamento. Secondo i promotori, con l'Rbi si risolverebbe il problema dei posti di lavoro che saranno cancellati da informatizzazione e robotizzazione. Ma il finanziamento dell'iniziativa non era molto chiaro e prevedeva forti prelievi fiscali.
Primi al mondo a poter votare su una cosa del genere, agli svizzeri non è piaciuto il nuovo «contratto sociale» promosso dai fautori dell'iniziativa e hanno preferito seguire le indicazioni del
governo, della maggioranza dei partiti e degli imprenditori, contrari ad un testo giudicato pericoloso e utopistico. Nonostante il fallimento, il comitato promotore si è detto «positivamente sorpreso» dai risultati delle urne.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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