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Referendum, centrodestra alle prove di federazione

Fi, Lega e Udc in piazza insieme per le riforme. I casi Mazzei e Crespi: vittime di sentenze inique

Referendum, centrodestra alle prove di federazione

Prove di federazione sul tema della giustizia per la Lega con Forza Italia e Udc, dopo i radicali. Matteo Salvini punta a cambiare il sistema della magistratura unendo diversi animi, come ha detto lui in conferenza stampa, «visto che sono arrivate tante richieste da chi per cultura è liberale, moderato, repubblicano, democratico in generale». L'obiettivo è quello di raggiungere in due mesi e mezzo, a partire dal prossimo 2 luglio, un milione di firme che serviranno per dare il via ai sei referendum che riguarderanno responsabilità dei magistrati, elezione del Csm, equa valutazione dei magistrati, separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e magistrati giudicanti, limiti degli abusi della custodia cautelare e abolizione della legge Severino in materia di incandidabilità. Temi che trovano tutti d'accordo. Ieri con il leader della Lega c'erano l'ex ministro Giulia Bongiorno, ma anche Lorenzo Cesa e Antonio De Poli dell'Udc e poi Anna Maria Bernini e Licia Ronzulli di Forza Italia. I referendum radical-leghisti, come li ha definiti qualcuno, punteranno a riformare la giustizia ponendo limiti ai poteri dei magistrati, alle connivenze politiche tra giudici e pm dello stesso schieramento, ma anche riportando un equilibrio nel sistema del giudizio, al fine di evitare condanne ingiuste come dimostrano due casi portati all'attenzione dalle cronache degli ultimi giorni.

In primis quello dell'imprenditore Luigi Mazzei che, come ha raccontato Salvini, ha dovuto subire «nove anni e otto mesi di calvario, per poi uscire pulito perché il fatto non sussiste. Mazzei - ha chiarito il leghista - fu arrestato nel 2011: l'ennesimo esempio di malagiustizia. Anche per questo vogliamo cambiare la giustizia, anche con i referendum».

Del secondo caso si è occupato il Partito radicale: «Il tribunale di Sorveglianza di Milano, disponendo il differimento della pena per Ambrogio Crespi, ha compiuto un atto che rappresenta un primo ravvedimento dello Stato di fronte a quella che per noi è una palese ingiustizia». Crespi era stato condannato a 6 anni di reclusione con l'accusa di aver procurato voti a Domenico Zambetti, assessore della giunta guidata da Roberto Formigoni. «Ambrogio Crespi - per i radicali - è l'ultima di un lungo elenco di vittime della giustizia, e ciascuna di loro e tutte loro hanno insieme, il diritto ad avere giustizia e lo Stato l'obbligo di assicurarglielo».

Il senatore De Poli ha sottolineato: «Aderiamo ai referendum sulla giustizia con convinzione. Sono trent'anni che attendiamo una riforma. Affidiamo al popolo sovrano il diritto di esprimersi, rafforzando così il rapporto di fiducia tra magistrati e cittadini. Mettiamo le riforme in mano ai cittadini italiani. È un aspetto di democrazia totale, importante e fondamentale».

I referendum non andranno comunque contro le riforme della giustizia che sta portando avanti la Guardasigilli Marta Cartabia, che «sta cambiando le regole del codice di procedura civile e di procedura penale». Per la Bongiorno sta facendo un «ottimo lavoro», ma essendo certi temi non di diretta competenza del governo, solo i referendum possono portare i dovuti cambiamenti.

Il segretario del partito del Carroccio ha sottolineato: «Non vedo a chi possa dare fastidio l'espressione libera della sovranità e della volontà polare. Sono referendum che vanno al di là delle sigle di partito».

Come dire che uniti si vince, anche in tema di giustizia.

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